La presa di posizione dell’Associazione Cuochi Bergamaschi
“Senza territorio Non esisterebbe cultura, senza cultura non sopravviverebbe il territorio. Difendiamo la nostra terra (qualunque essa sia) Millenarie tradizioni, fatte con sapori, biodiversità, sacrifici, campanili e folklore!”. Questa la comunicazione di apertura di un post su facebook firmato dall’ “Associazione Cuochi Bergamaschi”. Il movente da cui la comunicazione ha preso avvio è legato alla rivolta dei trattori, contro le misure UE, che sta infiammando il web. Il tutto è di certo espressione di un malcontento generalizzato di chi la terra la ama la coltiva e ne fa la propria fonte di reddito. Ma l’amore per la terra e per i prodotti del territorio viene anche da chi quei prodotti li consuma e da chi li lavora.
Del resto sono i cuochi stessi a riconoscere “senza agricoltura noi CUOCHI chi saremmo?”. Da qui è partita la loro discesa in campo. Infatti sono sempre i cuochi riuniti in associazione ad affermare “Cosa potremmo fare per aiutare i nostri “colleghi” agricoltori? Forse essere meno esotici e meno esterofili…prediligere la stagionalità? La tipicità? La filiera corta? Incentivare il KM Italia?” Domande forse pleonastiche, in un’epoca come l’attuale, in cui l’eccedenza dei prodotti della “nostra” terra vanno al macero mentre sulle scansie dei supermercati arriva merce da tutto il mondo.
“Soffermiamoci solamente un minuto a pensare – prosegue il post – chi difende la nostra BIODIVERSITA’? tanto invidiata e amata da tutto il mondo”. La risposta arriva subito dopo. Infatti si legge “Sicuramente noi cuochi…ma senza chi la produce saremmo solo dei bravi alchimisti, esperti in pozioni magiche e polverine esoteriche”. Il messaggio veicolato in rete è chiaro e arriva dritto alla mente e al cuore. Ed infatti anche la chiusura del post è un vero e proprio inno in difesa dell’italianità dell’Italia e dell’agricoltura italiana.
Di Maria Teresa Biscarini