Sembra che i lettori, anche giovanissimi, prediligano la carta al libro elettronico, forse perché è insito nell’animo umano il tema della nostalgia, il gusto del passato, romantico perché mai vissuto, riecheggiante i film in bianco e nero e, diciamolo, forse più genuino di un presente troppo ingombrante e per certi versi perfino aggressivo.
I libri elettronici fanno dunque un passo indietro, pure restando in crisi le librerie, dove è preponderante il viavai dei curiosi rispetto a chi desidera davvero leggere. Certo non è questa l’epoca per eccellenza che induce alla curiosità, talmente carico è il piatto che non riusciamo più a riempire da soli, attraverso la fantasia, la curiosità, la voglia di esplorare e conoscere. Esiste a quanto pare un sistema subdolo ed invisibile che ci alimenta nel modo in cui vuole e con i prodotti plagianti del consumo, del tornaconto economico.
Purtroppo si tratta di un condizionamento mentale del quale parecchi non sono affatto consapevoli, ecco perché le cose che fanno bene rimangono incastrate nei buoni propositi da rimandare, nei sogni, nelle idee. Meglio un ristorante da prenotare, un centro di bellezza, una tazza di cioccolato al bar. Meglio una serie tv e, riflettiamoci bene, un libro ascoltato chiamato audio-libro, quando vince almeno la curiosità di un momento. Pigrizia? Difficoltà di concentrazione?
Tutto questo meccanismo silenzioso inizia a farsi strada già nel mondo dell’infanzia, là dove i bambini non riescono più a trasformare un sasso in macchina o un bastoncino in trenino. Piaget aveva sottolineato l’importanza della manipolazione come basilare presupposto dello sviluppo cognitivo, ma se smettiamo del tutto di leggere un libro vero è evidente che dimenticheremo anche i Padri che hanno tentato di farcelo capire.
Eleonora Giovannini