La castagna, regina dell’autunno

Tra i numerosi frutti dell’autunno, quello più noto è la castagna. È conosciuta fin dall’antichità, essendo il Castagno (Castanea sativa) una pianta originaria dell’Europa ed è stata coltivata e utilizzata fin dal tempo dei Greci antichi. 

La castagna è a livello botanico un achenio, ossia un frutto secco che possiede un pericarpo indurito, che a sua volta contiene un singolo seme ben distinto. Essa deriva dai fiori femminile, racchiusi da una cupola che si trasformerà poi nel riccio. All’interno del riccio si trovano uno o più frutti. La castagna è costituita d un epicarpo (buccia) marrone e una “cicatrice” detta ilo, che è la parte chiara tondeggiante basale; la parte apicale pelosetta è detta torcia. Tolta la buccia troviamo l’episperma, la sottile pellicola chiara avvolgente la parte commestibile, che non è altro che il seme. L’epismerma può penetrare nelle pieghe del seme oppure no: questa è una caratteristica che distingue la castagna dal marrone, in cui ciò non avviene. Inoltre i marroni sono monocotiledoni mentre le castagne dicotiledoni.

La castagna è utilizzato in numerose preparazioni di cucina, nei salati ma soprattutto nei dolci. Viene principalmente però consumata “in purezza”, arrostita (caldarrosta) o in alcune zone, secca; da tempo immemore viene anche ridotta in farina per produrre diverse pietanze.

Daniele Capello

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