La battaglia di Coldiretti contro i cibi sintetici in Italia

Gli italiani firmano a difesa della genuinità del “made in Italy”

Si attestano ben oltre 200mila le firme raccolte su tutto il territorio nazionale dalla campagna di sensibilizzazione della Coldiretti. La finalità è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia. E quando si parla di alimenti sintetici non ci si riferisce solo alla carne prodotta in laboratorio, ma anche al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. “Una vera e propria corsa contro il tempo – come dichiarato dal segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo – per la presentazione delle firme al Ministro all’Agricoltura e alla Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida”. “Già ad inizio 2023 – si legge nel comunicato Coldiretti – potrebbero essere, infatti, introdotte a livello di Unione Europea le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, dopo la prima autorizzazione concessa dalla Fda Usa”.

Il successo nell’operazione di raccolta firme è un chiaro segnale dell’opposizione degli italiani ai cibi artificiali. Dare il via ai cibi prodotti in laboratorio significa rinunciare alla genuinità e alla bontà delle eccellenze del made in Italy. Una netta e chiara opposizione che taglia in modo trasversale parametri come età anagrafica, titolo di studio, luogo di residenza, livello di reddito delle persone. Una contrarietà quindi assolutamente trasversale che viene confermata in tutte le sedi di raccolta firme.

Da “Campagna Amica” al “World Farmers Markets Coalition” fino al “World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia”, il coro di proteste è unanime. Tra i firmatari: anche Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, Sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e vescovi.

Una vera e propria levata di scudi per tentare di arginare una pericolosa operazione che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. Per chi fosse interessato a prendere parte attiva, si rammenta che la petizione in corso può essere sottoscritta direttamente negli uffici della Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi connessi promossi in ambito locale o nazionale.  

Di Maria Teresa Biscarini

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