Kill The Beast Band, quando il rock racconta i problemi sociali

La musica è il linguaggio universale per comunicare, la band denuncia peculiarità sociali e coinvolge le persone. È un’azione strategica ed efficace e solleva riflessioni, promuove analisi culturale.

Il rock coinvolge i giovani e le persone, le canzoni diventano melodia da ricordare, la musica assume un significato personale. “Kill The Beast Band” racconta con la melodia i problemi sociali, fotografa situazioni in maniera determinata, evidenzia criticità, solleva riflessioni, coinvolge emotivamente le persone. La musica diventa per i “Kill The Beast Band” uno strumento adeguato per denunciare peculiarità sociali, per chiedere armoniosamente aiuto, per rigettare ingiustizie, per parlare delle persone. È un’azione strategica ed efficace e solleva riflessioni, promuove analisi culturale. “Kill The Beast Band” vuole diventare protagonista di un racconto di vita dove sia possibile vivere emozioni per comprendere al meglio la realtà sociale ed entrare in sintonia con i diversi stati d’animo. Con Wolf (nome d’arte), founder della “Kill the Beast Band”, cantautore, cerchiamo di approfondire la filosofia della band senza tralasciare l’impegno sociale adeguatamente supportato con l’ausilio della musica.

I vostri video raccontano storie sociali mediante musica e immagini. Qual è il messaggio? Quali persone volete coinvolgere?
«Tutti I nostri video sono mini-film/corti e raccontano in estrema sintesi i messaggi presenti all’interno delle nostre canzoni. “Estrema Sintesi” perché in ogni canzone si raccontano storie vere, reali e si potrebbero scrivere soggetti e sceneggiature per film da due ore o anche per un paio di film da due ore. Quindi avendo a disposizione solo circa quattro minuti è necessario scrivere soggetto e sceneggiatura che comunichino bene il messaggio della canzone senza descrivere la storia presente nella canzone. Le storie sono molte, tutte reali, e sebbene siano dure il messaggio finale è comunque quasi sempre positivo: ci si può rialzare, tutti i problemi possono essere risolti con la forza di volontà, la determinazione ed il coraggio (i testi sono presenti nel nostro sito e fra poco tempo i testi saranno in doppia lingua: ci sono molte persone che ci chiedono di mettere anche la traduzione in italiano e aggiorneremo presto): si parla dei problemi legati alla rabbia, all’alcol ed alle malattie mentali; dei soprusi dei forti sui deboli e dei ricchi sui poveri; di chi si vende come proprio il lavoro che fanno altri rubando loro i meriti: fannulloni che fanno carriera alle spalle di chi lavora; di chi si vanta ed ostenta; dei problemi familiari nascosti dietro l’apparenza: tradimenti, figli allo sbando, costrizioni fisiche; tragedie legate alla guerra. Siamo per tutti: pensiamo di avere sia il suono sia i contenuti quindi possiamo essere sia per un pubblico amante di un suono energico senza pensare troppo, sia per un pubblico che cerca i contenuti».

Come nasce la vostra band?
«Il progetto nasce nel 2011 con Wolf, cantautore (scrive testi e musica con chitarra acustica), ed il lancio sul web avviene nel 2018. Wolf lavora con diversi arrangiatori ed allo stesso tempo studia per complementare la sua preparazione sui molti aspetti che servono alla band. Dopo circa quattro anni Wolf incontra The Eye e dopo circa un altro anno The Wizard. The Eye si occupa del sito e della grafica, The Wizard è l’arrangiatore. Wolf e The Wizard studiano il suono della band per circa un anno e solo dopo averne fissato le caratteristiche nei minimi dettagli comincia l’arrangiamento della prima canzone. Lavorano di giorno per sopravvivere e creano di notte per rimanere vivi. Credono nella musica e nei contenuti: Rock Band con un suono anni ’70 – ’80 attualizzato con testi che parlano della vita vera. Per questi motivi la loro frase è: stay with us, share your soul, you are not alone anymore. Ogni canzone è un singolo, non fanno canzoni riempitive: ciascuna canzone ha una copertina ed un video che è un corto/mini-film (soggetto, sceneggiatura, casting, location, regia, montaggio e post produzione). Producono e distribuiscono autonomamente musica e video: sono presenti in oltre 17 store online che coprono il 90% della musica venduta sul web e distribuiscono in tutto il mondo il loro merchandising. Ricercano la massima qualità con i mezzi a disposizione perché credono in una musica vera, che trasmetta emozioni e messaggi (condivisibili o no) su cui riflettere. Con i video mini-film cercano di legare il mondo della musica con quello del cinema».

Che ruolo svolge la musica nella società?
«La musica può essere svago, spunto di riflessione ed entrambi questi due punti. Il nostro concetto è raccontare storie in musica: si può imparare dalle esperienze degli altri, si può essere d’accordo oppure no ma in ogni caso ci sono sempre spunti per riflettere per chi lo vuole fare. La nostra musica è potente, è un muro di suono, vogliamo trasmettere energia: siamo anche per chi cerca la carica senza essere interessato al contenuto».

I giovani in che modo vengono attratti dalle melodie?
«Crediamo che il nostro target sia principalmente di persone dai 30 in su: il rock stile anni ’70 – ’80 non è il tipo di genere che sembra interessi la maggior parte dei giovani».

L’unione della musica con le immagini come stravolge il XXI secolo?
«A mio parere, Il principale stravolgimento a riguardo c’è stato negli anni ’80 con la forte diffusione dei videoclip e poi di conseguenza dell’evoluzione di una parte della TV per seguire questo nuovo filone. Al momento viviamo solo una conseguenza che possiede una migliore qualità tecnica ma un impoverimento e standardizzazione dei contenuti (a parte casi eccezionali ovviamente)».

Francesco Fravolini

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