Jim Reed, Un Marchio Di Qualità

Non c’è chitarrista, bassista, musicista o compositore al mondo che almeno una volta non abbia tenuto tra le sue mani una chitarra Jim Reed.

Dall’America all’Inghilterra, dalla vecchia Europa all’Asia le chitarre Jim Reed hanno conquistato in poco più di un decennio i più grandi nomi del panorama mondiale della musica. Gaetano Iannotti, in arte Jim Reed, sua moglie Paola e suo figlio Giovanni dalle pendici del massiccio del Matese molisano hanno irradiato in tutto il pianeta il loro prodotto artigianale che è divenuto a tutti gli effetti un marchio di qualità. Dal 2000 il piccolo comune di Bojano, in provincia di Campobasso, si è trasformato nell’unico punto di riferimento per coloro che volevano e vogliono possedere una chitarra unica al mondo e con caratteristiche davvero eccezionali. Non di rado, infatti, tra le strette vie cittadine bojanesi si sono intravisti personaggi illustri, sia del mondo della musica italiana che straniera, venire a salutare il loro fraterno amico Gaetano e a provare direttamente nel suo laboratorio le sue famose chitarre. La passione per la musica, l’elevata professionalità e manualità nel lavorare le materie prime, un bagaglio culturale musicale e dell’impiantistica elettronica non comune di Gaetano, uniti alle capacità individuali dei più grandi chitarristi mondiali, hanno fatto sbocciare un’alchimia del tutto particolare tra le Jim Reed e i loro “padroni”. E’ quasi come se Gaetano Iannotti riuscisse a rinchiudere l’essenza più profonda dell’anima e dell’essere del suo cliente nella chitarra che va a realizzare. Un delicato sfiorare delle dita sulle corde ed è amore a prima vista tra la Jim Reed e, per esempio: Gigi D’Alessio, Gianluca Grignani, Riccardo Fogli, Dik Dik, Camaleonti, Luky Paterson, New Trolls, Finardi, Litfiba, Equipe 84, Glain Ughes, Gran Oliver, James Cotton, Marcus Miller, Carla Bruni e così via. La passione di Gaetano Iannotti per la musica è lontana nel tempo, risale al 1969. In quell’anno insieme ai suoi amici Matteo Fasolino, Bruno Di Claudio, Olindo Antinucci, Bruno Giancola e Saverio Ialenti fonda il gruppo degli FBT, Free Born Trust, che riscuotono un ottimo successo con all’attivo ben sette dischi ed un record di sette settimane nella hit parade con il singolo “Ultimo giorno d’Amore”. Nel 1974, però, il gruppo si scioglie e Gaetano si dedica alla carriera di professore di elettrotecnica presso vari istituti molisani. Arrivato alla soglia della pensione ritorna viva più che mai in lui la passione, mai sopita veramente, della musica e delle chitarre. Prima da autodidatta e poi grazie anche al sostegno di diverse collaborazioni che aveva instaurato durante la sua carriera da musicista e chitarrista, Gaetano Iannotti, con l’ausilio incondizionato di sua moglie Paola, realizza il suo sogno: il laboratorio artigianale Jim Reed. Le Jim Reed aggrediscono subito il mercato e vengono molto apprezzate proprio dai nomi più illustri del panorama mondiale della musica a 360 gradi. Era talmente elevato il livello e la raffinatezza dei particolari e delle rifiniture che in Inghilterra, agli inizi del 2000, non potevano credere che le Jim Reed fossero un prodotto italiano. Dall’Inghilterra, poi, come a macchia di leopardo, grazie anche al passaparola e a diversi passaggi televisivi in diverse reti nazionali, le Jim Redd hanno prima attecchito in Italia e poi nel resto del mondo. “L’aspetto che mi inorgoglisce di più – ha sottolineato Gaetano Iannotti – è il fatto che chiunque si sia rivolto a noi si sia totalmente affidato al nostro prodotto e alla nostra professionalità. Abbiamo sempre progettato e disegnato le nostre chitarre in perfetta unione con i nostri clienti che sono stati i nostri migliori amici e sponsor dei nostri lavori. Tra gli ultimi lavori realizzati sono orgoglioso della chitarra che abbiamo prodotto per il progetto Rezofonic organizzato dal musicista Mario Rico per sostenere un progetto umanitario in Africa. La chitarra Jim Reed, con il logo del progetto scolpito a mano dall’artista Fiorata Spina, è stata messa in palio per la raccolta dei fondi e firmata da molti artisti che avevano sostenuto l’iniziativa umanitaria”.

Stefano Venditti

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