Ivana Spagna, la dolce sacerdotessa della dance music

Spagna quest’anno compirà 70 anni, tra successi e premi, preceduti da tanta gavetta

E’ una delle cantanti più apprezzate nel panorama musicale italiano ed internazionale. Negli anni ottanta diventò la “Regina” indiscussa della disco music, con il brano “Easy Lady”, che riempì le piste delle discoteche di svariati paesi al mondo, con un successo legato a quella sua capacità di mescolare la tipica musica giovanile da ballo, che caratterizzò i primi anni ottanta, con una melodia pop, spendibile anche al di fuori dei locali. Era il 1986 e Spagna, artista che decise di farsi conoscere al pubblico semplicemente col proprio cognome, aveva alle spalle già diciassette anni di carriera canora, iniziata con un concorso per giovani ugole sul lago di Garda, a cui seguì tanta gavetta. Un apprendistato artistico, che passa dal brano “Mamy Blue” del 1971 e da “Ari ari” e “Dio mai”, del ’72, anni in cui la musica d’impegno tiene banco e i miti del rock internazionale (in primis Beatles e Rolling Stones) hanno impresso un’impronta profondissima nei gusti musicali dei giovani. Lei non è una ragazza che vuole imporsi, è un po’ timidia, con dei valori secondo i quali,  per ottenere ciò che vuoi, devi impegnarti al massimo, senza calpestare nessuno o cercare scorciatoie. 

Insomma, ciò che proprio non devi essere per avere successo, quello di chi non guarda in faccia  a nessuno e passa come un caterpillar anche sugli amici più cari. 

Ma c’è chi ce la fa, pur avendo il carattere discreto, sensibile  e rispettoso di Ivana (perchè è così che si chiama Spagna); e ce la fa due volte, perchè abbatte quell’irritante tabù secondo cui nella vita solo i cinici hanno successo. Così, dopo aver prestato la voce alle “Fun Fun”, gruppo da discoteca femminile, dopo aver scritto diverse canzoni in inglese e aver collaborato con quel genio che fu Sergio Endrigo, nel 1986 arriva il successo del 45 giri contenete “Easy Lady” e “Jealousy”. A dire il vero l’inizio di questo progetto musicale fu molto tiepido, perchè il mondo della discografia non credeva in lei: “ti chiami Spagna, sei italiana e canti in inglese, non avrai mai successo”, le dicevano. Ma, con l’aiuto del fratello Giorgio e dell’allora compagno, in modo artigianale, certosino, si occupa in proprio di distribuire quel 45 giri, che in brevissimo tempo raggiunge le vette delle classifiche. L’anno dopo arriva la vittoria al Festivalbar con “Dance Dance Dance”, mentre nel 1989 è ospite internazionale al Festival di Sanremo con “March 10, 1959”, canzone che tratta il tema dell’invasione cinese in Tibet. Negli anni novanta è una star internazionale, al punto che, arrivando a Los Angeles per lavoro, proveniente da Milano, si trova di fronte ai giornali staunitensi che la indicano come “The new Madonna”, la nuova Madonna, con tanto di video trasmesso sulle Tv in cui viene paragonata alla Ciccone. Parteciperà ancora a cinque Sanremo da sola, uno in coppia con Loredana Bertè e, proprio quest’anno, nella serata dei duetti con Clara. Ha inoltre gareggiato al Festivalbar per undici edizioni, con due vittorie. Ivana Spagna ha realizzato 13 albun in studio, con circa venticinque collaborazioni con importanti colleghi (Lavezzi, Demis Roussos, Nomadi, Ron, Lauzi e tanti altri), con un’infinito elenco di partecipazioni ad eventi artistici, come “Vota la voce”, “Azzurro”, “Un disco per l’estate” e “Una voce per San Marino”.

Spagna è nata a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, il 16 dicembre 1954, quest’anno farà quindi 70 anni, non ha certo paura a svelare la sua data di nascita, visto che l’album uscito nel 2019 si intitola proprio “1954”

Quella ragazzina, che andava ai concorsi canori sull’auto del padre, una “Bianchina”, insieme a tutta la famiglia, che arrossiva davanti ad un complimento e così sensibile di fronte alle ingiustizie della vita, prima è diventata la sacerdotessa della musica da discoteca, poi una delle voci (italiane) più apprezzate del panorama internazionale. Tant’è che nel 1994 Elton John volle Spagna per la colonna sonora del film d’animazione “Il Re Leone”, con il brano “Il cerchio della vita”.

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