Ius scholae

Di cosa si tratta e perché è al centro dell’attenzione del mondo politico: che cos’è lo ius scholae e come i minori stranieri potrebbero acquisire la cittadinanza italiana

Nel corso del mese di agosto uno dei temi politici più dibattuti è stato quello dello Ius scholae. Il tema ha fortemente agitato le acque della politica italiana poiché sul punto ci sono accesi contrasti.

Vediamo di cosa si tratta e quali sono le posizioni che si contrappongono.

Lo ius scholae è un concetto giuridico che si riferisce alla possibilità di ottenere la cittadinanza di un paese sulla base della frequenza e del completamento di un percorso scolastico in quel paese.

Esso viene proposto dal leader di Forza Italia, Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

Le altre opzioni esistenti sul tema attualmente sono lo ius soli, quando il diritto di cittadinanza si acquisisce per nascita su suolo nazionale e lo ius sanguinis quando il diritto di cittadinanza è basato sull’ascendenza.

La questione è al centro dell’attenzione del mondo politico da più tempo a seguito della crescente presenza di bambini nati o cresciuti da genitori immigrati, che vivono e studiano nel paese ma che non sono automaticamente considerati cittadini italiani.

Attualmente, la legislazione italiana si basa principalmente sullo ius sanguinis, il che significa che un bambino acquisisce automaticamente la cittadinanza italiana solo se almeno uno dei genitori è cittadino italiano. Si escludono in tal modo i figli di immigrati che, pur nascendo e crescendo in Italia, non hanno genitori italiani.

Il Ministro degli Esteri mira a dare maggiore rilievo al legame dei bambini con il nostro Paese grazie al percorso di studi ed educativo che i minori stranieri dovrebbero ultimare per poter ottenere la cittadinanza in Italia.

Solo dopo aver completato un certo numero di anni di scuola in Italia il minore straniero nato in Italia che risieda nel nostro Paese senza interruzioni avrebbe titolo per ottenere la cittadinanza. Il percorso di studi dimostrerebbe un legame significativo con il paese. Ne conseguirebbe una maggiore integrazione e senso di appartenenza allo Stato.

A tale proposta, che non ha ancora assunto le vesti di una proposta di legge vera e propria, segue un secco no da parte del vicepremier Matteo Salvini non ritenendo la questione una priorità del Governo. Attualmente la premier Giorgia Meloni non avrebbe assunto una posizione pubblicamente sull’argomento. Al di là dei diversi punti di vista quel che è certo è che questo argomento riflette questioni dalla portata più ampia come l’integrazione, l’identità nazionale e i diritti dei bambini.

Manuela Margilio

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