E’ stata definita la “Partita del secolo” con tanto di targa commemorativa allo stadio Atzeca di Città del Messico, ma tutti la ricordano semplicemente come “Italia – Germania 4-3“. Proprio oggi cadono i 50 anni dalla mitica semifinale del Mondiale messicano del 1970.
L’Italia, guidata da Ferruccio Valcareggi, era arrivata a quell’appuntamento dopo aver vinto a fatica il proprio girone davanti a Uruguay, Svezia e Israele (1 vittoria e 2 pareggi) ma con il sonoro 4-1 contro il Messico ai quarti di finale. La Germania Ovest invece aveva vinto agevolmente il girone con tre successi contro Bulgaria, Marocco e Perù, mentre aveva faticato ai quarti rimontando da 0-2 a 3-2 ai supplementari sui campioni in carica dell’Inghilterra.
La semifinale tra Italia e Germania Ovest si giocò quindi il 17 giugno 1970 a Città del Messico e fu raccontata dal telecronista Nando Martellini per la tv e da Sandro Ciotti per la radio. L’Italia sbloccò il risultato subito con Boninsegna all’8° minuto e poi giocò il resto della partita sulla tattica del contropiede, di cui eravamo maestri in quel periodo. Il pareggio tedesco arrivò nel recupero, oltre il 92° con Schnellinger, difensore al primo e unico gol in nazionale. Una sfortuna che però trasformò una partita un po’ anonima in un evento leggendario. Infatti i tempi supplementari furono un concentrato di reti ed emozioni: prima il gol tedesco del bomber Gerd Müller (capocannoniere del torneo) al 94°, poi Burgnich e Gigi Riva ribaltatono il risultato sul 3-2 prima della fine del primo tempo supplementare. Gerd Müller trovò ancora il pareggio al 110° ma fu Gianni Rivera a segnare un minuto dopo il gol decisivo: 4-3 e Italia in finale.
Purtoppo la finale non fu altrettanto gloriosa: il Brasile ci battè con un netto 4-1 ma quella squadra sarebbe comunque rimasta nel cuore e nella mente di tutti gli italiani. Fu realizzato anche un film, diretto da Andrea Barzini nel 1990, intitolato appunto “Italia – Germania 4-3” con Nancy Brilli e Massimo Ghini, in cui la replica della partita fa da sfondo alle vicende dei personaggi.
Daniele Capello