Immagini shock quelle che arrivano dall’India, dove un gruppo di persone si è scagliato contro una tigre, colpendola a morte con bastoni e lance, per aver attaccato un uomo entrato in una riserva.
Una tigre femmina è stata uccisa a colpi di bastone, lancia e machete da un gruppo di persone dopo aver attaccato alcuni pescatori entrati nella riserva nazionale dedicata ai grandi felini in India.
Le immagini sono strazianti anche perché il povero animale è morto dopo ben 9 ore di agonia. La polizia locale ha confermato che, dopo aver analizzato il video, le 31 persone coinvolte sono già state poste sotto indagine per l’uccisione di un animale in via d’estinzione, e 4 sono state arrestate. Le autorità forestali che hanno raggiunto il villaggio di Mataina, nel distretto di Pilibhit – Uttar Pradesh, a circa 350 chilometri a est di Nuova Delhi, dove è avvenuto l’attacco, hanno dichiarato che non sono riuscite a fare nulla per salvare l’animale.
L’episodio è avvenuto praticamente alla vigilia del Giorno internazionale della Tigre che in tutto il mondo si celebra il 29 luglio e che vuole puntare i riflettori sul rischio di scomparsa di uno dei più maestosi tra gli animali selvatici. Una tutela, però, non sempre gradita alle popolazioni locali e l’atrocità con cui l’animale è stato abbattuto lo dimostra chiaramente.
Le immagini shock mostrano la tigre, di circa 5-6 anni, colpita inizialmente da una freccia, dimenarsi nell’erba, sdraiata sulla schiena. Subito dopo viene circondata da più parti e attaccata con ripetuti colpi di bastone e machete su muso e corpo. L’animale è riuscito a trascinarsi nella giungla, dove la folla ha continuato a picchiarla. Secondo quanto riferito, avrebbe riportato gravi tagli e fratture ossee. Una violenza spietata, gratuita, a scopo di pura vendetta. È stato spiegato, infatti, che l’animale aveva attaccato e ucciso un pescatore entrato nella Pilibhit Tiger Reserve, e ferito altre 8 persone al lavoro nelle risaie vicine accorse per cercare di scacciarlo. Durante l’aggressione, le guardie della riserva sono intervenute cercando di evitare quello che si è dimostrato un vero e proprio linciaggio, ma sono state a loro volta minacciate dalla folla inferocita e nulla hanno potuto fare per evitare lo scempio.
Da quando il video è diventato virale, molti indiani, e non solo, hanno espresso la propria rabbia, chiedendosi come si possa uccidere un animale così iconico e in pericolo. In India, le leggi prevedono da 3 a 7 anni oppure multe salatissime per chi non rispetta la legge, ma nonostante ciò il database dei reati faunistici della Wildlife Protection Society dell’India (WPSI) registra oltre 1144 casi di uccisione di tigri, e solo 175 persone condannate per aver abbattuto una tigre o per averne commerciato alcune parti del corpo, dalle interiora ai denti e alle ossa, molto utilizzate dalla medicina tradizionale orientale.
Secondo il WWF, di alcune sottospecie, come la tigre dell’Amur o la tigre di Sumatra, restano ormai un numero esiguo di esemplari. Nel complesso in natura ne sopravvivono meno di 4 mila (3.890, secondo l’ultimo censimento) in 13 Paesi del mondo (India, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Russia, Cina, Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia, Cambogia, Laos e Vietnam), ma sono distribuite in maniera discontinua e non tutti fanno davvero la loro parte per tutelarle. Tra le nazioni virtuose c’è solo il Nepal, che registra numeri in controtendenza: dal 2013 ad oggi le tigri sono aumentate da 198 a 235 con un incremento del 19%. Ma è ancora troppo poco.
Anna Rita Felcini