Il turismo italiano riparte dai giovani

Stefano Crugnola, Presidente dell’Associazione Turismo per l’Italia, delinea le diverse tipologie di turismo che dovranno essere studiate appositamente dopo l’emergenza sanitaria del Coronavirus. È prioritaria la rivalutazione dei borghi e delle località italiane  

Il turismo italiano deve cambiare paradigma economico per intercettare le nuove esigenze delle persone. Questa rinnovata visione è una trasformazione necessaria dopo l’emergenza sanitaria del Coronavirus, la quale stravolge i comportamenti e delinea nuovi scenari per vivere il turismo. Le destinazioni subiscono variazioni sostanziali e per molto tempo sarà preferito il turismo domestico al posto dei viaggi nelle località estere. Questo stravolgimento valorizza i borghi storici e le località italiane, quindi deve essere compreso adeguatamente dagli operatori turistici dell’Italia, al fine di valorizzare le nostre località dove operano diverse realtà turistiche. Con Stefano Crugnola, Presidente dell’Associazione Turismo per l’Italia, vogliamo soffermare l’attenzione sulle diverse tipologie di turismo che dovranno essere studiate appositamente dopo l’emergenza sanitaria del Coronavirus.

A seguito del Coronavirus, quale cambiamento è necessario nel settore del turismo?
«Nel momento in cui il Coronavirus aggrediva le regioni del Nord mietendo migliaia di vittime, in tutta Italia sono rientrati a casa migliaia di giovani dall’estero. Studenti emigrati e giovani lavoratori sono di nuovo in Italia. Sono tornati e, nel Paese più vecchio del mondo, questo straordinario esercito di giovani potrebbe dare un contributo fondamentale alla ripartenza economica. Vogliamo ascoltare l’intera filiera del comparto turistico, al fine di dare un’unica voce a diverse istanze che possano richiedere risposte politiche urgenti e su larga scala, per evitare danni a lungo termine agli operatori e agli stessi giovani in termini di formazione e prospettive nel mercato del lavoro; uno dei nostri obiettivi è rappresentare un ponte tra il turismo del passato e il futuro, dove i giovani sono protagonisti».

Come valorizzare i borghi italiani e le eccellenze delle località del Paese?
«L’Italia, soprattutto quella dei borghi e dei piccoli centri, deve essere ripensata come patrimonio culturale vivente perché è da sempre la metà preferita delle vacanze estive dei nostri connazionali. Se di solito il rapporto Italia-estero espresso dalla nostra community era di circa 60-40, nell’estate 2020 si registra una polarizzazione molto più forte: il 94% sceglierà una destinazione domestica rispetto a una quota residuale (6%) che andrà all’estero. C’è molta voglia di mare e di luoghi poco affollati, si cercano località tranquille ma senza psicosi. Cresce il numero di chi sceglie stanze, appartamenti, case in affitto oppure seconde case. C’è anche chi crede sia venuto il momento di organizzare un viaggio itinerante a piedi oppure in bicicletta, in camper e in campeggio. Per questo tipo di attività saranno privilegiate le aree percepite come più sicure e tranquille come i borghi generalmente posizionati in luoghi tranquilli, al di fuori dei tradizionali itinerari turistici. Suggeriamo una narrazione alternativa e coinvolgente dei borghi attraverso modelli sistemici. ItalyRooting propone un’originale alternativa dei borghi per la scoperta di un patrimonio che troppo spesso non riusciamo a vedere e, di conseguenza, non sappiamo amare. L’offerta di specifici ambiti formativi, coniugata a servizi turistici integrati di forte caratterizzazione e appartenenza al luogo, rispondono a diverse esigenze sia ai fini della valorizzazione del territorio, attraverso un’offerta più ricca, diversificata e destagionalizzata, sia a quelli di qualificazione professionale e di efficace gestione delle risorse locali. Il coinvolgimento diretto delle comunità locali e delle diverse risorse territoriali, interessate allo sviluppo e alla promozione del luogo, offrono notevoli vantaggi competitivi sia a favore della qualità dell’offerta sia dell’occupazione e dell’economia del luogo. Non può essere trascurato il valore aggiunto di un’intermediazione che stimoli la capacità di imprenditori locali nel riunirsi all’interno di progetti integrati secondo una strategia territoriale partecipata che superi la logica dell’intervento dall’alto. Crediamo fortemente che in questo momento cruciale dell’Italia si potrebbe rinnovare agli occhi degli italiani e del mondo intero l’immagine già positiva dei borghi, non più solo come depositari ma anche come strumenti di trasmissione di una cultura millenaria colma di valori così tanto attuali».

Che tipo di turismo deve essere promosso?    
«Rispetto è la parola che più tranquillizza e che quindi è in grado di far trascorrere agli italiani delle vacanze piacevoli. In un recente sondaggio a cura del Touring Club Italiano il 70% dei rispondenti dichiara che la certezza che le diverse regole di protezione sanitaria siano rispettate scrupolosamente da turisti e operatori in tutti i luoghi è la migliore garanzia di serenità, anche se ciò potrà causare qualche disagio. La nostra neonata Associazione intende puntare su azioni mirate a sostegno del settore fortemente colpito dall’emergenza sanitaria in tutto il mondo, tra cui piani formativi e una nuova reinterpretazione del fare turismo da e per l’Italia, compreso l’impulso al turismo delle radici rivolto ai nostri discendenti italiani all’estero che sono i migliori ambasciatori del nostro Paese. L’Associazione Turismo per l’Italia, nell’ottica di un interscambio culturale, promuove l’aggregazione in forma sistemica e innovativa di attori territoriali e corrispondenti all’estero per una nuova Esperienza Italiana all’insegna del Made in Italy e dell’Italian Lifestyle. Il futuro passa da un’Italia che anche a distanza genera linfa vitale e benessere attraverso gli stessi italiani, operatori e viaggiatori, che sono portatori sani di bellezza. In questa prospettiva Turismo per l’Italia intende essere un interlocutore diplomatico affacciato sul turismo del terzo millennio, capace di mettere in relazione luoghi e persone e la loro tutela».

Francesco Fravolini

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