Il “Tsundoku” giapponese e la sfida per l’uomo moderno

La lettura e la gestione del tempo.

Ad accendere i riflettori sul Tsundoku è l’Ambasciata del Giappone in Italia. Vediamo quindi di sapere di più di questo termine che, quantomeno a livello fonetico, richiama molto il ben noto termine Sudoku che rimanda a giochi di logica. Il Tsundoku invece descrive, citando testualmente, “l’azione di acquistare libri e lasciarli accumulare senza mai leggerli”. E perché mai un’Ambasciata ritiene rilevante porre l’attenzione su questa pratica giapponese, tanto da inserirla nella rubrica “La parola del giorno”? La risposta viene subito dopo. 

Sembra infatti che dietro a questo termine si celi un’abitudine, piuttosto comune in Giappone. E questo si verifica nonostante, è la stessa pagina istituzionale dell’Ambasciata a dire, il Giappone sia portatore di una cultura profondamente legata alla lettura. Messa in questi termini, la questione può però apparire come una sorta di ossimoro. Ovvero si è particolarmente inclini alla lettura per tradizione culturale, ma poi i libri acquistati restano sugli scaffali di casa a “prendere polvere” si direbbe qui in Italia. 

Procedendo oltre si apprende che il semplice possesso di libri in Giappone è considerato spesso in termini di arricchimento personale, ma non sempre si ha il tempo di dedicarsi alla lettura. In sintesi si potrebbe dire che questo termine rimanda alla passione per la conoscenza in genere, ma pone anche dinnanzi ad una sfida. Quale? Verrà spontaneo chiedersi. Quella legata alla gestione del proprio tempo, specie in un’epoca come l’attuale in cui tutto è scandito da ritmi piuttosto serrati e frenetici che impediscono di dedicarsi a ciò che può arricchire l’essere umano nel profondo.   

Di Maria Teresa Biscarini

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