Le sue prime attestazioni risalgono all’incirca al IV sec. a.C. e da allora non ha mai smesso di essere utilizzato.
Lo vediamo su magliette, tazze, portachiavi, sottobicchieri ecc. Il triskell però, malgrado sia ancora ampiamente sfruttato, soprattutto per fini meramente estetici, veicola un significato profondo che molti non conoscono.
Viene chiamato triskell, triskèle o triskellion e deriva dal greco “triskelés”, che vuol dire “a tre gambe”. Ѐ reso con tre spirali o con tre gambe piegate che si dipartono in tre diverse direzioni da un nucleo centrale. Caso esemplare è il noto simbolo della regione Sicilia. Pare si sia diffuso dal IV sec a.C. ed è stato utilizzato in diverse aree del mondo nel corso dei millenni, anche se la sua origine è con tutta probabilità da collocarsi in Europa, dato che qui, più che altrove, è risultato avere grande continuità ed intensità d’uso dall’antichità sino ai giorni nostri.
Riguardo il suo significato, possiamo dire che è frutto dell’unione del valore della spirale, elemento che indica la forza e l’energia che si sprigiona da un nucleo centrale, con la particolare valenza del numero tre, indicante il principio trinitario che domina il cosmo, al centro di tante culture e religioni (si veda la Trinità cristiana). Questo simbolo dunque si apre ad una molteplicità di interpretazioni tutte assolutamente valide: le tre età della vita umana, la triplice forma con cui si concepivano alcune divinità pagane (Vergine, Madre, Anziana), i tre momenti del percorso solare (alba, mezzogiorno, tramonto), le tre fasi della luna (crescente, piena e calante) ecc.
Attualmente il triskell trova particolare fortuna tra gli appassionati di cultura celtica, nel campo della moda etnica, nell’oggettistica in generale, in particolare tra i souvenir del territorio irlandese e anche, anzi soprattutto, tra i moderni orientamenti esoterici oltre che tra le religioni neopagane, rappresentando un chiaro esempio di continuità d’uso di un simbolo di origine remota.
Glenda Oddi