Il termine “Ciaone” ha compiuto 10 anni

Il grande pubblico ascoltò Ciaone per la prima volta nel 2014, nel film “Confusi e Felici”  

Era il 2014 e nelle sale cinematografiche usciva il film “Confusi e felici”, del regista Massimiliano Bruno, con protagonisti Claudio Bisio, Marco Giallini, Rocco Papaleo, Caterina Guzzanti e Pietro Sermonti. In una esilerante scena delle pellicola, Betta (Guzzanti) e il compagno Enrico (Sermonti) in terapia di coppia davanti allo psicologo Marcello (Bisio), raccontano le loro miserie sentimentali, con Betta che, tra i mille rimproveri indirizzati ad Enrico, si lamenta della loro vita sessuale, tanto deludente: “(…) il suo “coso” sono ormai due anni che ci ha lasciati, !! Ci ha detto, CIAONE !!”

Per la prima volta il termine “Ciaone” viene sentito da un vasto pubblico: molti ridono, altri non capiscono subito il senso di quella parola, ma ridono lo stesso, perchè è “buffa”. La mimica della Guzzanti, quando dice e mima “Ciaone”, racconta tutto quello che è il significato di quel neologismo. 

Due anni dopo, il deputato del PD Ernesto Carbone, affidò al Twitter il termine “Ciaone” per prendere in giro i promotori del referendum sulle trivellazioni in mare. Il PD aveva indicato ai propri elettori di astenersi, per evitare che si raggiungesse il quorum; infatti non si arrivò al 50% degli aventi diritto e il quesito fu dichiarato nullo. 

Per sfottere chi voleva lo stop immediato alle trivellazioni per l’estrazione degli idrocarburi, entro le 12 miglia dalla costa, Carbone twittò “Ciaone”, in modo assai irriverente verso chi era per il “SI” al referendum. 

Questo neologismo, col passare degli anni, diventa sempre più di uso comune, è reso celebre da svariati personaggi, dello spettacolo, della politica, della cultura e della musica, tra cui Emma Marrone, Matteo Renzi, lo speaker radiofonico Ignazio Failla, dal titolo del libro di Stefano Guerrera, perfino dal marchio del liquido per le sigarette elettroniche; ancora da Ilary Blasi e da Valentina Barbieri, imitatrice dell’ex moglie di Totti. 

Francesco Nozzolino, personaggio seguitissimo su Youtube, ha scritto un’ irriverente canzone sul “Ciaone”, mentre diversi marchi d’abbigliamento questo termine lo hanno fissato su t-shirt e felpe.  Il significato ormai è chiaro: Ciaone è un modo per scherzare in maniera sarcastica, oppure per dimostrarsi sprezzanti verso qualcuno che ha commesso qualcosa di negativo. E’ una sorta di saluto, tra l’arrabbiato, l’esausto e l’irriverente. Come dire, “guarda, non meriti considerazione, addio”, oppure, “io speravo di poter raggiungere quel traguardo, ma per colpa di quel tizio ho dovuto dire addio alle mie embizioni”. 

Ma da dove arriva questa parola? Se cercate sul Web potete leggere alcune interessanti versioni, come quella che Ciaone deriverebbe dal termine in dialetto siciliano “sciaune”, ovvero forestiero, invece altri lo collegano al termine  lucano “ciaonieddro”, ovvero ragazzo. Però queste versioni lasciano il tempo che trovano.

Studiando il dialetto e l’intercalare piemontesi, invece si arriva ad una spiegazione decisamente più attendibile: in questa regione, quando ci si congeda da  una persona, dopo aver interloquito con essa, ci si scambia un “Ciao nè”, distaccati. Ma è usato anche per salutare qualcuno quando lo si incontra. “Ciao nè”, inoltre in Piemonte viene utilizzato per salutare in modo irriverente una persona che sta dicendo delle fesserie, come per dirle, “ti saluto perchè stai dicendo troppe sciocchezze”

Quindi possiamo svelare che “Ciaone”, con ogni probabilità, deriva da una sorta di errore di ortografia che ha unito i due termini “Ciao” e “nè”, probabilmente ad opera di qualcuno che non conosceva il significato di questo modo di dire e ha pensato bene di utilizzarlo come un saluto irriverente, senza magari sospettare che, dalla storpiatura dei due termini, avrebbe inventato un popolarissimo neologismo.  

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