Il Santo eremita e la montagna del Morrone

Storia di un uomo che trovò in un monte la sua casa

Nel territorio del Parco Nazionale della Majella in Abruzzo, sorge il complesso montuoso del Morrone, indissolubilmente legato alla figura di Papa Celestino V. Percorrendo le sue pendici attraverso suggestivi sentieri escursionistici è possibile ancora oggi osservare piccole eremi da lui fondati secondo la tradizione medievale e due caverne in cui il Santo trascorse la sua esistenza.
Pietro Angelerio (o Angeleri) nacque in Molise agli inizi del 1200 da una povera e numerosa famiglia contadina. Mosso da una forte e sincera vocazione religiosa entrò in monastero per poi spostarsi a vivere in solitudine in una grotticella sul Monte Morrone a partire dal 1239. Da questo momento il Santo non lascerà mai più la sua montagna se non per brevi periodi, stabilendo con essa un legame talmente profondo da farlo passare alla storia come “Pietro da Morrone”.
Avvolto da un alone di santità e noto in tutta Europa per la sua profonda devozione, continuò a vivere in povertà e isolamento sulle pendici del monte fino all’Agosto del 1294, quando la sua vita ascetica venne bruscamente interrotta dall’arrivo presso il suo rifugio di tre cardinali, che gli annunciarono la sua elezione al Soglio Pontificio. Incapace di tollerare il ricco e corrotto ambiente della Curia, già nel Dicembre di questo stesso anno rinunciò al pontificato con il desiderio di tornare ad una vita semplice e ritirata sulla montagna. La sua speranza fu però disattesa, morì infatti in prigionia nel 1296 per mano di Bonifacio VIII, suo successore, che lo fece rinchiudere nella rocca di Fumone (in provincia di Frosinone), temendo che nella figura dello stimato eremita i suoi nemici potessero trovare un Antipapa. Venne canonizzato nel 1313 con il nome di Pietro Celestino da Morrone. Le pendici del monte e quelle delle montagne limitrofe conservano ancora oggi i suggestivi resti delle numerose fondazioni eremitiche che si riconducono alla sua vita ascetica. Il parco Nazionale della Majella, in suo ricordo, ha creato il sentiero dello Spirito (nella segnaletica escursionistica “S”) che collega gli eremi da lui fondati in un affascinante percorso di trekking.

Glenda Oddi

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