Il Consorzio del Prosciutto di Modena mantiene la sua quota di mercato con circa 70.000 cosce avviate alla produzione tutelata, un dato stabile rispetto al 2018 quando aveva visto un incremento a due cifre (16.3%) rispetto all’anno precedente, per un valore al consumo di circa 12.000.000 di euro.
La gastronomia registra un buon risultato economico nel 2019. Il Consorzio del Prosciutto di Modena riesce a tenere ben stretta la sua quota di mercato, con circa 70.000 cosce avviate alla produzione tutelata, un dato stabile rispetto al 2018 quando aveva visto un incremento a due cifre (16.3%) rispetto all’anno precedente, per un valore al consumo di circa 12.000.000 di euro. Sono i primi risultati della produzione nel settore della gastronomia. Il prossimo obiettivo per il Consorzio del Prosciutto di Modena è certamente il Giappone, tanto da aver previsto per il 2020 la sua presenza alla fiera Foodex Japan, in programma per lo scorso mese di marzo, momentaneamente soltanto posticipata a causa degli ultimi avvenimenti legati al Coronavirus. È il segnale che il Consorzio procede speditamente con accordi internazionali per aumentare la sua produzione del Prosciutto di Modena DOC. Il Coronavirus impone una drastica frenata sull’espansione delle esportazioni perché il lockdown non consente di avere rapporti con altri Paesi del mondo. È un fattore da tenere in considerazione per cercare di contenere le perdite rivolgendo una particolare attenzione al mercato domestico valorizzando i distretti italiani.
Il Consorzio
È utile ricordare che il Consorzio del Prosciutto di Modena tutela e custodisce un vero gioiello della salumeria italiana, un prodotto di altissima qualità, l’unico tra i prosciutti italiani ad avere una stagionatura minima di 14 mesi, la più lunga tra tutti i prosciutti DOP italiani. Il Consorzio è relativamente piccolo (raggruppa 10 produttori) che, negli ultimi anni, si è distinto per il suo impegno nella promozione di questa eccellenza del made in Italy attraverso svariate attività, sia sul fronte nazionale sia su quello internazionale. Il Consorzio ha sempre avuto una costante attenzione al prodotto, tanto da modificare qualche anno fa il Disciplinare di produzione in senso restrittivo per migliorare ancora di più il già alto livello qualitativo. La prima modifica ha riguardato la ricetta, solo cosce di suino e sale, senza l’aggiunta di spezie; l’aroma è dato dalla prolungata stagionatura. La seconda modifica ha stabilito una stagionatura minima di 14 mesi, la più lunga tra tutti i prosciutti Dop italiani. La materia prima utilizzata per la sua produzione è ottenuta esclusivamente da suini di origine italiana, nati e allevati in 10 regioni d’Italia centro-settentrionale.
Francesco Fravolini