Il primo suicidio della storia di un robot

In un evento senza precedenti, un robot impiegato statale del consiglio comunale di Gumi, in Corea del Sud, si è suicidato gettandosi da una scalinata. Il robot, soprannominato “Robot Supervisor“, lavorava dalle 9 alle 16, aveva una tessera di dipendente e si spostava abitualmente tra i piani usando l’ascensore. La causa del suicidio è ancora sconosciuta, con i pezzi rotti attualmente sotto esame per determinarne il motivo. Il Consiglio comunale di Gumi ha annunciato che non sostituirà immediatamente il robot.

L’incidente e la scoperta del robot

Il robot è stato trovato qualche giorno fa verso le 16:00 in fondo alla scala tra il primo e il secondo piano, apparentemente dopo essersi gettato intenzionalmente. Questo evento rappresenta il primo suicidio di un robot mai documentato. In passato, si è parlato di un altro robot chiamato Steve, che si era “suicidato” annegandosi in una fontana a Washington, ma l’evento fu poi classificato come incidente dovuto a una superficie di mattoni smossi.

Costruito dalla startup californiana Bear Robotics, il Robot Supervisor è stato introdotto nel personale del Consiglio comunale di Gumi nell’ottobre 2023. Come tutti gli altri dipendenti, lavorava dalle 9 alle 16, svolgendo compiti come la consegna di documenti e la promozione delle attività cittadine. Gli impiegati lo consideravano parte del team, apprezzandone l’efficienza e la competenza.

Le ipotesi sulla causa del suicidio

La causa esatta del suicidio del robot rimane un mistero. Alcuni membri dello staff hanno riferito di averlo visto comportarsi in modo strano poco prima dell’incidente. I pezzi del robot sono stati raccolti e sono attualmente in fase di indagine. Mentre alcune teorie suggeriscono che il robot potrebbe aver sofferto di stress da superlavoro, è più probabile che un guasto tecnico interno sia responsabile dell’accaduto.

Il Consiglio comunale di Gumi ha deciso di non sostituire immediatamente il robot, ma la possibilità di introdurne un altro in futuro non è esclusa. La Corea del Sud è uno dei paesi leader nell’integrazione dei robot in vari settori, con un rapporto di un robot ogni dieci dipendenti umani, secondo la Federazione Internazionale di Robotica: la più alta al mondo.

Suicidio da stress o guasto tecnico?

Il caso del robot morto alla base di una scala ha suscitato dibattiti sul rapporto tra tecnologia e stress da superlavoro. In Corea del Sud, la media delle ore lavorative settimanali per gli esseri umani è di 52 ore, recentemente aumentata a 60 ore. In molti sostengono che questa pressione potrebbe aver influito anche sui robot. Tuttavia, sembra più probabile che l’incidente sia dovuto a un malfunzionamento del sistema.

Interrogativi finali

Il suicidio del Robot Supervisor a Gumi pone domande inquietanti sull’interazione tra esseri umani e tecnologia. Se da un lato è possibile che il robot abbia subito stress simili a quelli degli esseri umani, dall’altro è più verosimile che un guasto tecnico sia la vera causa. Questa vicenda ci fa riflettere su quanto gli esseri umani siano più abituati e resistenti allo stress rispetto alla robotica. Ma siamo davvero pronti a considerare i robot come esseri “viventi” capaci di soffrire?

La storia del Robot Supervisor rimane un mistero avvolto nell’incertezza. Finché non saranno disponibili ulteriori informazioni, possiamo solo speculare sulle vere cause del suo tragico destino. Questo evento ci invita a riflettere sulla nostra relazione con la tecnologia e sul futuro dell’automazione nel mondo del lavoro.

Riccardo Pallotta©

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