Il Passero solitario e il Codirossone

“D’in su la vetta della torre antica / passero solitario alla campagna / cantando vai finché non more il giorno” così scriveva Giacomo Leopardi nel poema “Il passero solitario”.

Il passero solitario come il “cugino” Codirossone appartengono alla Famiglia dei Muscicapidi (o dei Turdidi per altri autori) e sono uccelli di dimensioni intermedie tra pettirosso e merlo.

Il Passero solitario (Monticola solitarius) ha dimensioni leggermente maggiori al Codirossone ed è facilmente riconoscibile per il suo colore bluastro omogeneo ben brillante nei maschi adulti e un po’ più smorto le femmine mentre i giovani sono bruni. È una specie paleartica, più diffusa in oriente e nel nostro paese è ben distribuita nelle regioni centromeridionali e nelle isole mentre al nord è localizzata presso le vallate alpine e le aree collinari, risultando praticamente assente in pianura. È una specie rupicola, quindi adattata ad ambienti rocciosi e perciò rintracciabile anche presso vecchie costruzioni come campanili e torri anche in città, come raccontava anche Leopardi. È presente in ogni stagione.

Il Codirossone (Monticola saxalitis) è leggermente più piccolo del congenere ma ancora più evidente. Infatti il maschio è caratterizzato da una colorazione blu sulla testa, nerastra spruzzata di bianco sul dorso e arancione intenso sul ventre. Di contro la femmina ha una colorazione completamente anonima, bruna con coda e parti inferiori rossiccie, più simile quindi a un Codirosso. Ha una distribuzione mediterranea in Europa ed è osservabile a quote nettamente più elevate rispetto al Passero solitario, raramente sotto i 1500 m e superando facilmente i 2000. Un’altra differenza è la strategia migratoria che rende la specie svernante irregolare poiché si tratta di un migratore transahariano, che passa quindi l’inverno a sud del Sahara.

Daniele Capello

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