Il nuovo manager degli artisti nel XXI secolo

A lanciare la provocazione è Debora Cattoni manager che crede ai suoi artisti selezionati e scelti perché sostiene che «è importante avere un leale scambio di idee al fine di promuovere l’artista e scegliere con maggiore opportunità le occasioni adeguate, a beneficio del personaggio dello spettacolo».

Il nuovo manager degli artisti nel XXI secolo preferisce un colloquio diretto con il suo artista da promuovere. Cambia il modello di scegliere le trasmissioni televisive oppure i film nei quali suggerire il personaggio che segue il manager; le esigenze sociali del nuovo secolo rivoluzionano i rapporti lavoratovi e professionali, specialmente nel settore artistico. A lanciare la provocazione è Debora Cattoni manager che crede ai suoi artisti selezionati e scelti perché sostiene che «è importante avere un leale scambio di idee al fine di promuovere l’artista e scegliere con maggiore opportunità le occasioni adeguate, a beneficio del personaggio dello spettacolo. Non è un semplice contratto di lavoro perché mi innamoro – commenta Debora Cattoni – dell’anima profonda dell’artista. Soltanto in questo modo è possibile esplorare un lato fortemente umano, assicurando un senso di protezione anche come manager. Il mio impegno professionale non consiste soltanto nel seguire i personaggi perché voglio continuare il memoriale dedicato alla storia di Lamborghini con guest di spessore internazionale del cinema hollywoodiano come i piloti della famosa casa automobilistica». L’impegno di Debora Cattoni manager è a tutto tondo con eventi già in programma per il futuro prossimo.    

Chi è Debora Cattoni
Il mondo dello spettacolo affascina Debora Cattoni che vuole sceglie di essere al fianco degli attori per gestire l’attività professionale. Debora Cattoni nasce a Perugia il 20 ottobre 1981 ed è cittadina del mondo; dopo un lungo periodo vissuto fra Miami e New York, decide di tornare in Italia e concentrarsi alla creazione di un suo blog personale. È arrivata ad intervistare in vari eventi da Claudia Gerini a Vittorio Sgarbi, fino a star di Hollywood come Robert Davi, Javier Càmara, Joaquín Cortés, Cesc Gay. È proprio con Debora Cattoni che vogliamo approfondire la nuova figura professionale del manager del settore artistico che rivoluziona le modalità adottate nel XX secolo.

Che ruolo deve avere il manager per un artista?
«Il manager è una figura un po’ familiare, deve avere il senso della protezione, donare sicurezza, amore per il proprio assistito, tutelare la sua immagine. Deve saper mettere in condizione di sentirsi a casa. Essere manager, secondo me, è più che avere un’agenzia o semplicemente promettere lavori. Il manager è una figura mente e corpo con la propria persona da seguire, quello che propone deve essere di elevata qualità, spessore. Deve far crescere a livello intellettuale e professionale l’Artista, saper dire anche no. Non è facile essere manager, è un dono coniugare le situazioni, illuminare un volto e trasformare una pietra da levigare in oro».

L’organizzazione degli eventi in che modo influenza la promozione di un personaggio dello spettacolo? «L’organizzazione degli eventi è il fil rouge perfetto per promuovere un Artista con un bacino di utenti diverso in base al luogo. È un’opportunità di crescita, un modo di realizzare anche il filo diretto fra Guest e pubblico, di far esternare a 360 gradi le proprie risorse lavorative ma anche umane. Vorrei ricordare che un evento influenza moltissimo la mente dello spettatore che ha l’opportunità di conoscere il personaggio più da vicino e di amarlo ancora, o forse di più».

Quali manifestazioni sono importanti per rilanciare lo spettacolo nell’attuale momento storico dove il Covid penalizza il settore artistico
«Manifestazioni subitamente costruite con regole a norma da seguire, che toccano soprattutto il settore charity oppure Covid appunto, conferenze per poter discutere di questa pandemia che ha cambiato radicalmente le nostre vite, e anche i nostri lavori in alcuni casi. Comunque, le manifestazioni artistiche hanno sempre il potere di divulgare la bellezza, che il mondo ha ancora da offrire e tenerci legati in questa tragedia umana».

Francesco Fravolini

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