Il mondo che sarà dopo il Covid19

Come la maggior parte delle aziende che producono beni e servizi o delle associazioni che operano in settori quali il mantenimento e la difesa della vita naturale e animale, anche il CIWF (Compassion in World Farming) in Italia continua a lavorare da casa in smart working e senza sosta. Ora, anche più di prima, l’impegno nella salvaguardia dell’ambiente e la ricerca di soluzioni a problemi che hanno un legame tra pandemia, animali e natura, si rendono davvero necessari. Certamente non è di ieri mattina la distruzione degli habitat naturali di molte specie o la perdita di biodiversità, né i cambiamenti climatici di cui l’attività umana è la sola responsabile! Da anni enormi distese di foreste vengono distrutte per coltivare soia e cereali a spese di habitat naturali e animali selvatici. Né sono una novità il modo con cui vengono nutriti gli animali negli allevamenti intensivi, spesso trovati ammassati in capannoni dove potranno a loro volta diventare potenziali vittime nonché fonti di virus e batteri letali.
Questo impone serie riflessioni e un cambiamento del modo di vivere.
Fatto salvo che gli allevamenti intensivi non sono solo sinonimo di crudeltà, ma sono anche una delle cause principali della devastazione ambientale di cui siamo tutti oggi testimoni, l’esperienza che stiamo subendo del Covid19 deve convincere l’uomo che non è più rimandabile quel dover modificare il rapporto con gli animali e la natura.
Teniamo presente che circa 50 miliardi di animali oggi sono allevati intensivamente, spinti oltre ogni limite fisico, in condizioni terribili e totalmente innaturali.

Mai, come in questo momento, è stata così innegabile l’urgenza di adottare subito modelli produttivi sostenibili affinché nessun essere vivente sia condannato ad una vita indegna per il profitto di altri, per porre fine a sistemi produttivi sbagliati, crudeli e dannosi, di cui gli allevamenti intensivi sono una delle forme più devastanti, per far sì che uomo, animali e natura ritrovino l’equilibrio che ormai hanno evidentemente perso.
Impegnarsi per sostenere la lotta al degrado ambientale, con gli strumenti che abbiamo a disposizione, contribuirà alla costruzione di un mondo più equo.
Pertanto diventa un dovere denunciare la crudele realtà degli allevamenti intensivi che può concretizzarsi attraverso investigazioni e denunce alle autorità competenti o ad associazioni quali il CIWF, a fare pressione sui politici per modificare le leggi e garantire maggiore benessere animale; migliorare la loro vita per iniziare a intravedere quel mondo migliore che vagamente riusciamo ancora ad immaginare.

È vero o no che in questo periodo tutti ci sentiamo disponibili ad un totale cambiamento e al rispetto della natura per una esistenza meno artificiale da vivere?
Passata la tempesta, non dimentichiamo la riscoperta di questa vocazione.

Bruno Cimino

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