La polemica è quasi scontata, a seguito di un decreto voluto dal Senatore leghista Pillon, il quale prevede la legittimità dell’affido condiviso e la considerazione della bigenitorialità perfetta, così definita.
Peccato che il crescente numero di casi di cronaca, l’ultimo a Taranto, che rivela l’ennesimo padre uccidere impietosamente i propri figli, nonostante non avesse più la patria potestà, ci rivela perfezioni molto discutibili. Un decreto linterpretabile come regressione, se non addirittura come offesa alla lotta contro la violenza e pericoloso nei riguardi della tutela ai minori.
A questo riguardo, anche il Coordinamento italiano per i servizi maltrattamento all’infanzia (Cismai) si mostra adirato, considerando il Ddl 735 “fortemente orientato a tutelare gli interessi degli adulti a discapito di quelli dei bambini”.
Nei casi di elevata conflittualità, sono sempre i figli a soffrirne e a manifestare un disagio del quale questo decreto sembra non tenere conto. La mediazione familiare è infatti un percorso non previsto nelle situazioni di estrema tensione, soprattutto quando una madre rivendica il diritto di tutelare i propri figli da violenze domestiche purtroppo esistenti e per cui a volte è necessario prendere decisioni che tengano conto solo ed esclusivamente del benessere dei minori. E’ probabile che questo decreto possa rappresentare una sorta di strumentalizzazione da parte di padri violenti e che non contribuisca a spronare le donne a reagire, a denunciare, ad avere coraggio.
Eleonora Giovannini