Chi si reca in montagna lo sa: bisogna sempre tenere gli occhi aperti perchè da un momento all’altro possono capitare incontri inaspettati con animali a distanza ravvicinata.
Sulle Alpi occidentali può capitare, per esempio, di imbattersi nel Dahu: un mammifero quadrupede particolare con una caratteristica molto bizzarra: ha due zampe sensibilmente più corte delle altre. Ovviamente quella del Dahu è una delle tante leggende del folklore montano, la cui storia, di generazione in generazione è giunta fino a noi.
Come ogni creatura leggendaria, le descrizioni non sono completamente concordi: per alcuni le zampe più corte sarebbero quelle anteriori (versione scelta per la mascotte dei Mondiali di Mountain-bike 2005 di Livigno (SO) e quella delle Universiadi Invernali 2007 di Torino), tanto da farlo somigliare vagamente ad un coniglio. La versione più diffusa lo vede raffigurato simile ad un camoscio (come rappresentato nella sezione dedicata nel Museo delle Alpi all’interno del Forte di Bard, AO): in questa versione esisterebbero due “tipologie” di Dahu, quelli “destrogiri” con le zampe destre più corte e in grado di camminare solo in senso orario lungo i pendii, e quelli “levogiri” che invece avrebbero le zampe sinistre più corte e camminerebberoo in senso antiorario.
Secondo la tradizione per catturarne un individuo basterebbe arrivare alle sue spalle, gridare “Dahu” in modo da farlo girare e così, sbilanciato, l’animale cadrebbe ruzzolando giù dal pendio.
La leggenda oltre che sulle Alpi italiane è diffusa anche sul versante francese e sui Pirenei.
Daniele Capello