Il ritrovamento di impronte antiche, in particolare di dinosauri è sempre un avvenimento denso di suggestioni, ma quelle fossili scoperte in provincia di Cuneo sono nuove per la scienza. Si tratta infatti di un ritrovamento unico nel suo genere in Europa.
Secondo gli studiosi queste impronte sembrano appartenere a un “nuovo” animale, Isochirotherium gardettensis, vagamente simile a un coccodrillo. “Si dovrebbe trattare di un rettile arcosauriforme di notevoli dimensioni, almeno 4 metri di lunghezza” spiega Marco Romano, paleontologo della Sapienza Università di Roma.
Le orme risultano eccezionalmente preservate e con una morfologia che ha permesso agli studiosi la definizione di una nuova icnospecie che ora è dedicata all’Altopiano della Gardetta. Con icnologia si intende il ramo della paleontologia che si occupa dello studio delle interazioni tra organismi e substrato (impronte, segni delle code, percorsi, tane).
Massimo Bernardi, paleontologo del MUSE di Trento, ha sottolineato che i ritrovamenti della Val Maira testimoniano la presenza di rettili di grandi dimensioni in un luogo e un tempo geologico che si riteneva caratterizzato da condizioni ambientali inospitali.
“La nostra prossima sfida”, sottolinea il coordinatore del progetto Massimo Delfino del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, “è trovare la copertura finanziaria che garantisca una raccolta accurata ed esaustiva delle informazioni di importanza scientifica, la conservazione a lungo termine del patrimonio paleontologico della Gardetta e la sua valorizzazione in un’ottica di promozione culturale e turistica delle caratteristiche naturale della val Maira”.
Anche in pandemia le ricerche archeologiche continuano e ci riportano sempre delle scoperte che sembrano ogni volta cambiare le carte in gioco.
Riccardo Pallotta