Il cherosene sta finendo: si continuerà a volare?

I combustibili fossili si stanno esaurendo. 

I voli aerei sono sempre più frequenti, l’uomo vuole conquistare lo spazio ma a breve gli mancherà “la benzina” per grandi e minimi (e inutili?) spostamenti ad alta velocità in volo. Come funzionerà questa intricata rete di comunicazioni quando il cherosene, il combustibile aereo per eccellenza, non sarà più disponibile? 

Fino a qualche tempo fa gli scienziati e l’industria dell’aviazione puntavano sull’idrogeno come valido sostituto, ma adesso questo non sembra più una strada percorribile. Ci sono forse delle alternative, ma per ora sembra proprio che il cherosene sia imbattibile come combustibile per gli aerei.

L’idrogeno non sta ottenendo molta attenzione attualmente dai produttori di velivoli e motori poiché lontano dagli standard richiesti per le operazioni di sicurezza dei velivoli. Infatti uno dei problemi legati all’uso di idrogeno è la sua pericolosa infiammabilità, che può scatenarsi all’aria, come tristemente ricorda il disastro dell’Hinderburg, il dirigibile tedesco che, costruito negli anni della seconda guerra mondiale per essere alimentato con elio, ma costretto all’alimentazione ad idrogeno per via dell’embargo statunitense, bruciò in pochi minuti per cause mai chiarite.

Un’altra fonte di preoccupazione sull’uso di questo potenziale combustibile è di tipo logistico: infatti un suo eventuale serbatoio sarebbe molto grande, perché questo elemento chimico, anche nello stato liquido, sarebbe quattro volte più voluminoso del cherosene, cosa che ostacolerebbe di fatto l’aerodinamicità del velivolo. Il serbatoio potrebbe essere posto sopra i passeggeri, di fatto una soluzione sicura in quanto l’idrogeno, che si infiamma a temperature bassissime, sarebbe perfettamente coperto dall’alluminio di rivestimento, che invece fonde a temperature ben più alte. Tuttavia è indubbio che la sistemazione potrebbe generare ansie negli utenti.

Ha un lato positivo molto verde: infatti non procura emissioni dannose per l’ambiente in quanto il suo prodotto di combustione è l’innocuo vapore acqueo.

Tuttavia presenta dei costi di produzione alti e un processo di ottenimento affatto ecologico, quindi il guadagno ottenuto in fase di utilizzo di fatto si perderebbe durante la produzione.

Come si ovvierà a tutto questo? 

Gli ingegneri sono ben consapevoli di non avere per molto tempo ancora a disposizione il cherosene e comunque a costi sempre maggiori. 

Anche astronomi e astrofisici si interrogano sul futuro degli spostamenti, tanto più che recente è la scoperta di un pianeta simile al nostro, potenzialmente abitabile: Gliese 581g. 

La ricerca punta sui biocombustibili, ma purtroppo “il cherosene è veramente un ottimo combustibile, ed è molto difficile competere con lui”, come afferma Rainer von Wrede, ricercatore dell’Airbus, nota compagnia di produzione di velivoli. 

Al momento si tratta ancora solo di una grande sfida per la ricerca che dovrà necessariamente portare a un risultato concreto e nel più breve tempo possibile, poiché le più ottimistiche previsioni dicono che i combustibili fossili saranno esaurite entro la metà del prossimo secolo.

Complice il loro uso dei fornitori e di noi utenti, totalmente disinformato e poco lungimirante, con mille alternative possibili e anche più green, come lo spostamento su binari o su ruote, ma puntualmente screditato poiché il mondo attuale deve correre, tanto da dimenticare spesso anche il perché si deve correre.

Di Marino Ceci

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