IL CARICACELLULARE DIVENTA UNIVERSALE PER TUTTI I DISPOSITIVI

Il caricatore è divenuto come la bottiglietta d’acqua in borsa, o le chiavi di casa: dacché siamo connessi al mondo solo se abbiamo il telefono portatile attivo, consegue che quando esso si scarichi, perdiamo tante informazioni necessarie per la nostra routine.

La situazione diviene critica quando lo si dimentica a casa. Per fortuna però che intorno si trova facilmente qualcuno che ne abbia uno a disposizione da prestarci. Tuttavia la situazione è sempre sul filo del rasoio, poiché bisogna sperare che l’altro abbia con sé un caricatore compatibile con il nostro dispositivo.

Ebbene pare che la fine di questo travaglio giunga al termine.

Infatti le istituzioni europee hanno raggiunto l’accordo per l’introduzione di un caricabatterie universale che sia valente per tutti i telefoni cellulari, tablet e fotocamere digitali. Non solo. Nell’ottica di ridurre i rifiuti elettronici, stop anche alla vendita di caricabatterie nuovi per ogni dispositivo: i consumatori avranno la possibilità di usare i loro vecchi cavi.

La direttiva prevede di utilizzare un punto di ricarica comune USB-C per tutti i dispositivi mobili e di rendere i protocolli software di ricarica interoperabili tra differenti marchi. 

“L’accordo è una tappa fondamentale dopo oltre di 10 anni di lavoro a questa direttiva”. Così Alex Agius Saliba, eurodeputato socialista maltese “Grazie alla norma saranno risparmiati oltre 250 milioni di euro spesi dai consumatori in caricabatterie inutili” che impattano sull’ambiente generando “tra le 13 e le 15 mila tonnellate d rifiuti elettronici, ha spiegato Saliba. “Tra i prodotti in inclusi nella lista di prodotti o cui caricabatterie dovranno convergere nell’uso di un caricabatterie con di tipo l’Usb-C ci saranno laptop, telefonini, tablet cuffie, auricolari e-Reader a altri prodotti”. Tuttavia per i laptop la scadenza verrà posticipata “di 16 mesi per permettere al mercato di allinearsi”. 

Una vita più semplice ma anche più green, si potrebbe dire che sarebbe bastato un “accordo” per porre fine al travaglio quotidiano della ricerca del caricatore.

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