il “buco dell’ozono” si sta chiudendo grazie al trattato di Montreal

In questi ultimi anni la questione dell’inquinamento e dei suoi effetti sull’ecosistema è un tema caldo. Fortunatamente vi sono buone novelle in arrivo dal cielo.

L’ozono è un gas che avvolge la Terra e che la protegge dai raggi ultravioletti dannosi del Sole. In quantità eccessive, questi possono causare seri problemi di salute a noi e alle altre specie animali, a cominciare da un aumentato rischio di sviluppare alcuni tipi di tumori, e hanno effetti anche sulle piante e di conseguenza sulle coltivazioni.

Nel 1985, un gruppo di ricerca aveva scoperto che in corrispondenza dell’Antartide le radiazioni solari erano più dannose. Negli anni seguenti, ulteriori analisi avrebbero rilevato una riduzione dello strato di ozono al Polo Nord e in numerose altre aree del pianeta.

Studi e analisi consentirono di identificare piuttosto rapidamente i colpevoli: i clorofluorocarburi (CFC), sostanze molto utilizzate come refrigeranti nei frigoriferi e nei condizionatori d’aria, ma anche come gas da impiegare all’interno delle bombolette spray. Questi CFC godevano di un grande successo in ragione del fatto che non erano infiammabili ed erano molto meno tossici delle sostanze impiegate in precedenza.

Da alcuni studi era però emerso come un eccessivo accumulo di CFC nell’atmosfera potesse incidere sui livelli di ozono. Le prime ricerche in tema risalivano agli anni Sessanta e Settanta, ma nessuno prendevaa in considerazione di rinunciare ai CFC.

Grazie alle insistenze da parte dei ricercatori e alle pressioni degli attivisti, alla fine degli anni Settanta furono approvati i primi regolamenti che limitavano o vietavano del tutto l’impiego dei CFC. Una decina di anni dopo, l’importante trattato internazionale che fu sottoscritto a Montreal, in Canada, nel 1987, portò a un importante accordo per regolare la produzione e l’utilizzo dei CFC in tutto il mondo, con la prospettiva di eliminarli del tutto insieme agli idroclorofluorocarburi (HCFC), altre sostanze dannose per l’ozono.

Furono sostituiti con gli idrofluorocarburi (HFC), innocui per l’ozono, ma che si sarebbe poi scoperto contribuiscono all’effetto serra e per questo sono ora in fase di abbandono.

Eppure proprio grazie a quel trattato di Montreal oggi possiamo festeggiare di una buona notizia: secondo recenti studi infatti, il cosiddetto “buco dell’ozono”, lo spessore p in corrispondenza dell’antartide, si sta ripristinando e riformando. Insomma tutte queste misure e sforzi a livello planetario, sono valse a qualcosa di importante. Ma è importante continuare ad agire in questa prospettiva.

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