Il Borgo di Camerata Picena: un comune di rara bellezza che meriterebbe più cure

L’incontro con i borghi d’Italia è sempre una piacevole avventura, non soltanto dal punto di vista turistico, ma soprattutto conoscitivo.

Tra i più esigui, ma non per questo meno interessante, c’è Camerata Picena, situata su un’altura di 125 metri a destra del fiume Esino, il cui nome derivante da “camars”, è un termine umbro che significa “luogo fortificato dalla natura”. Nel 1863, il suffisso “Picena” fu aggiunto per distinguere il comune da altri con lo stesso nome, con l’approvazione di Re Vittorio Emanuele II. Durante l’età romana, Camerata era un castrum con un presidio militare, successivamente, fece parte dei possedimenti del monastero benedettino di San Severo in Classe. Con l’arrivo dei cistercensi, ci fu una ripresa economica grazie alla bonifica operata dai monaci. Nel Duecento, Camerata divenne un castello coinvolto negli scontri tra Ancona e Jesi, culminando nella battaglia del 1309 tra Guelfi e Ghibellini. Dopo essere stato distrutto dagli Jesini nel 1389, il castello fu ricostruito grazie all’intervento dei conti della Genga. Nel XVI secolo, il borgo fu luogo di villeggiatura per nobili anconetani. Durante il periodo napoleonico, i beni a Camerata furono espropriati, ma nel 1816 divenne indipendente. Nel 1860, dopo la battaglia di Castelfidardo, Camerata passò dal Papa al Regno Sabaudo, mantenendo l’autonomia comunale. Nel dopoguerra, ci furono cambiamenti sociali ed economici con uno spopolamento, ma negli anni Ottanta iniziò la crescita della popolazione.

La sua ricca eredità architettonica, forse poco valorizzata e di conseguenza nascosta agli occhi del turista, merita di essere evidenziata; si tratta di un comune adornato da notevoli testimonianze del passato, tra cui spiccano la suggestiva Chiesa di San Michele Arcangelo, la Chiesa di Santa Maria a Piè di Chienti e l’imponente Palazzo Comunale. Queste magnifiche costruzioni narrano con maestria la storia e la cultura di Camerata Picena, trasportando chi vi si avventura in un viaggio attraverso il tempo. Bisogna ammettere però che questi luoghi nascosti, risentono alcune volte di una certa inerzia da parte delle amministrazioni comunali che ne danno per scontata la loro ricchezza, limitandosi a curarle attraverso ordinarie manutenzioni, trascurando l’importanza di iniziative culturali che ne esaltino l’identità e che rendano possibile al loro interno una maggiore affluenza turistica. Un vero peccato che Camerata Picena, anello che compone la “terra dei castelli”, l’antica terra situata tra le colline che accerchiano la città di Ancona, insieme a Agugliano, Offagna, Polverigi e Santa Maria Nuova, risenta di un certo silenzio creativo per il quale, al contrario, le altre cittadine sopra citate, ogni anno intrattengono gli abitanti e i non residenti, in eventi significativamente interessanti, come le sagre paesane, le celebrazioni a ridosso del periodo natalizio, con presepi viventi e bancarelle di artigianato, non ultimo le note feste medievali, che con i loro giullari e  abiti dell’epoca, trasformano le strade e le piazze del luogo in suggestive rievocazioni storiche, come nel caso della bellissima Offagna, la cui amministrazione comunale mostra dedizione costante.

Occorre riflettere sulla curiosità che gli stranieri manifestano proprio durante le loro escursioni negli entroterra regionali e questo ribadisce quanto un territorio sia impreziosito dai tanti piccoli borghi medievali. Il turismo rappresenta inoltre una fonte di ricchezza per i cittadini di ogni comune e l’impegno da parte di sindaci e assessori alla cultura, contribuisce alla loro crescita e alle manifestazioni di orgoglio dei loro abitanti, che diviene malcontento e giudizio quando, al contrario, quel “silenzio creativo” prende il sopravvento.

La scelta dei sindaci durante le elezioni è legata a questo presupposto, alla speranza da parte degli elettori che la loro formazione sia implicita, poiché soltanto le persone di cultura  possono rendere un luogo sempre vivo e accogliente, nella consapevolezza sociale, umana, creativa, che li rende leader in tutte le iniziative rivolte alla comunità.  

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