Con la vittoria di Tadej Pogacar al Giro di Lombardia si chiude la stagione del grande ciclismo. Anche se mancano alcune corse, soprattutto in Asia, il 2024 dei grandi appuntamenti è terminate sabato 12 ottobre con la “classica delle foglie morte” che ha confermato una tendenza di questi ultimi tempi: le gare importanti (mondiali, grandi giri e classiche monumento) sono appannaggio dai grandi nomi.
A parte la Sanremo vinta a marzo da Philipsen (uno dei velocisti più forti, ma non il principale indiziato), tutte le altre corse sono state conquistate dal favorito della vigilia: Fiandre e Roubaix sono andate a Van der Poel, Liegi e Lombardia a Pogacar, così come Giro, Tour e Mondiale in linea, Roglic si e aggiudicato la Vuelta ed Evenepoel le due gare olimpiche e la cronometro mondiale. Un dominio quasi totale, esclusa appunto la Sanremo in cui però difficilmente si riesce a individuare un favorito per il percorso particolare e il ventaglio di soluzioni possibili che possono portare al successo. Poco spazio per quei corridori inattesi che possono sovvertire i pronostici come Van Baarle che vinse la Roubaix nel 2022. Anche il successo inatteso del super gregario Kuss alla Vuelta dello scorso anno è stato un episodio dovuto a una fuga bidone e soprattutto alla scelta della squadra che ha “frenato” i capitani Vingegaard e Roglic. La tendenza non dovrebbe invertirsi a breve e per le prossime stagioni la speranza è che ci siano almeno più duelli tra stelle che monologhi come si è visto in questa: negli occhi di tutti i tifosi c’è ancora quell’incredibile finale del Fiandre 2022 con la volata a quattro tra Pogacar e Van der Poel con l’inserimento nel finale di Madouas e Van Baarle.
Daniele Capello