I simboli esoterici delle forze armate: LA TORRE

Il fascino della divisa poggia su simboli esoterici che si nascondono al suo interno. Ecco svelati i significati dei 3 simboli di cui spesso si ignora il significato. Un interessante studio psicologico su simboli e gradi in uso nell’Esercito Italiano fa chiarezza sui simboli che impreziosiscono e circondano di un alone di mistero, queste divise.

La divisa esercita il suo fascino, ma ci siamo chiesti cosa rappresentino i simboli presenti sulla divisa dell’esercito?

Ve ne sono tre: Stella, Torre e Greca. In questo articolo, facciamo luce sulla Torre (trovate qui gli articoli sugli altri due simboli) alla luce di un recente studio antropologico sull’utilizzo di questi simboli.

La torre tipica dei gradi degli ufficiali superiori è detta torricellata, in quando è sormontata da tre torricelle di minore dimensione.

Il simbolo della torre, pur trovandone raffigurazioni già in età romana, diventa frequente in età medievale. È tipicamente un simbolo araldico utilizzato per indicare un edificio fortificato, tondo e merlato.
La torre indica forza, potenza e nobiltà, poiché anticamente solo le famiglie potenti e illustri potevano costruire delle torri. Qui l’analogia con gli ufficiali superiori è facilmente intuibile: la loro condizione di prestigio ed elevazione rispetto a quella degli ufficiali inferiori.

La torre, oltre ad una dimensione storica, si inserisce in una dimensione antropologica più ampia. Per la psicoanalisi rientra tra simboli fallici. Il significato tuttavia non è da condurre meramente all’erotismo bensì alla crescita e maturazione dell’individuo. Infatti la fase fallica è una delle quattro fasi evolutive descritte da Freud nei famosi “Tre saggi sulla sessualità”. La fase fallica è la penultima, prima della fase più matura, quella genitale. La fase fallica è quindi una fase immatura. Secondo tale tesi, Il bambino maschio sperimenta i propri genitali esterni: visibili, fonte di sensazioni piacevoli. La bambina femmina è dotata di genitali interni: non visibili e difficili da stimolare. Questa situazione è interpretata da entrambe le parti come mancanza mentre il maschio vive questa differenza come un rinforzo narcisistico: è portato a sentirsi potente, forte, capace. Da questo derivano le immagini culturali molto diffuse di simboli fallici di potenza che sovrasta e vince l’altro.

In una interpretazione psicoanalitica dell’istituzione come organismo evolutivo con fasi analoghe a quelle dell’individuo, l’esercito è prevalentemente un’emanazione di questa cultura.
L’identità si struttura su dualismi di superiore-inferiore, attacco-fuga, dominatore-dominato. A livello individuale, l’immaturità sta nella negazione del bisogno reciproco del superiore per l’inferiore di grado. E può portare a relazioni basate soltanto su rapporti di potere e di prevaricazione, alla frustrazione continua nel ritrovarsi padroni di un altro che è distrutto e non più vitale, nell’impossibilità di sperimentare un rapporto con l’altro di tipo creativo e vitale. Il superamento della fase fallica passa attraverso l’accettazione della propria insufficienza e la scoperta che l’altro, nella sua diversità non è un nemico, non è un essere inferiore, ma un soggetto dotato di energie vitali diverse delle quali abbiamo bisogno.

La scelta della torre quale simbolo degli ufficiali superiori colloca la cultura istituzionale dell’esercito in una fase di crescita. È un assetto funzionale alle organizzazioni – quali l’esercito – nate per gestire le situazioni di nemico reale, per instaurare con l’altro esterno rapporti basati sulla solidarietà ed il rispetto reciproci.

Adesso quindi sapremo che la torre raffigurata sulla divisa, non solo non è un fregio qualsiasi, ma oltre che di alto grado, è un simbolo di grande valore storico.

Marino Ceci

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