Come riconoscere un vicino di casa rompiscatole? A quanti di noi non è mai successo di pescare l’uomo nero nel mazzo, ovvero imbatterci nella sfortuna di un incontro ravvicinato con un vicino di casa scomodo?
Lode alle case in affitto, dunque, se la soluzione è soltanto andarsene, ma quando si possiede un immobile e con la crisi del momento venderlo diviene più difficile che tollerare lo stalker del condominio, il problema richiede altre soluzioni, ammesso che ve ne siano. Il più delle volte si ha a che fare con una persona di sesso femminile, forse perché è più facile che a restare a casa siano le donne, più attente a curiosare ciò che succede al di fuori del proprio cortile. Il termine cortile si addice meglio a determinate vicine invadenti, anche se sarebbe più corretto definirlo giardino. Il cortile rimanda allo starnazzo, allo scompiglio, alla lite furiosa e premeditata. Alle oche. Vi sono infatti condizioni intollerabili che per quanto dal di fuori possano divertire, per chi le vive rappresentano un motivo di sofferenza quotidiana, talvolta contenuto imprevedibile delle pagine di cronaca.
Occorre usare la testa quando ci si imbatte nelle persecuzioni sottili e devastanti del vicino petulante, innanzitutto è fondamentale evitare il dialogo costruttivo, così come non serve controbatterlo e arrabbiarsi in sua presenza. Mai offenderlo e fornirgli elementi di ulteriori aggressioni, non di meno le denunce, più mirate al denaro che al senso di giustizia. Il vicino o la vicina impicciona, attaccabrighe, invadente, e chi più ne ha più ne metta, vanno semplicemente ignorati, dimenticati, anche se hanno fatto cose indicibili, come rovistare nella vostra spazzatura per dimostrare che mescolate l’umido con la carta; anche se entra nella vostra proprietà e decide quali piante debbano crescere nella vostra terra. La sua sorte riempirà comunque la satira, il suo volto assumerà inevitabilmente le sembianze di una caricatura o di un fumetto, quando imparerete a sorridergli e ad immaginare cosa direbbe il suo specchio, se potesse finalmente parlare.
Eleonora Giovannini