I Premiati agli Oscar 2022, tra prime volte e momenti che passeranno alla storia.

La 94esima edizione degli Academy Awards, svoltasi tra il 27 e 28 Marzo 2022, condotta da Wanda Sykes, Amy Schumer e Regina Hall si è appena conclusa.

Si tirano le somme, contenti e forse – come per l’Italia un po’ meno-  dei risultati portati a casa.

Tra gli aspetti salienti di questa edizione, il minuto di silenzio rivolto all’Ucraina.

Inoltre è stata la premiazione con “varie prime volte”, elencate a seguire.

Da sottolineare il momento di attrito fisico e verbale culminato con lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock sul palco per aver scherzato sull’alopecia di cui è affetta sua moglie, Jada Pinkett Smith, presente anche lei in sala.

Premiato numero uno è stato a sorpresa «Dune» che si è aggiudicato il maggior numero di statuette, cioè sei,. A gran sorpresa «CODA – I segni del cuore» che si è aggiudicato tutti e tre gli Oscar per cui era in nomination tra cui miglior film.

Ecco le premiazioni:

– Miglior film: “CODA – I segni del cuore», storia di una famiglia di persone sordomute, remake della commedia francese «La famiglia Belier», diretto dalla regista americana Sian Heder.

– Miglior regia: Jane Campion è la vincitrice del premio Oscar per la miglior regia con «Il potere del cane». La regista, 67 anni, è la terza donna ad aggiudicarsi questa statuetta. Per la prima volta, due edizioni di fila hanno incoronato due registe: lo scorso anno aveva vinto Chloe Zhao con «Nomadland»

– Miglior attrice protagonista: Jessica Chastain per il suo ruolo in «Gli occhi di Tammy Faye»: l’annuncio del suo premio è stato accolto dal pubblico con una standing ovation. L’attrice 45enne, già candidata altre due volte, ha ottenuto la sua prima statuetta, lasciandosi alle spalle Penélope Cruz («Madres Paralelas»), Olivia Colman («La Figlia Oscura»), Kristen Stewart («Spencer») e  Nicole Kidman («Being the Ricardos»).

– Miglior attore protagonista: Will Smith, subito dopo l’alterco con Chris Rock, è stato premiato come miglior attore protagonista per «King Richard» (in italiano «Una famiglia vincente») scoppiando in lacrime e scusandosi con tutti eccetto il presentatore, per lo schiaffo.

– Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose è la miglior attrice non protagonista per il suo ruolo in «West Side Story» di Steven Spielberg. Una prima volta, infatti DeBose, 31 anni, è la prima attrice afro-latina e dichiaratamente gay ad aggiudicarsi questo riconoscimento e, con il suo discorso, si è rivolta a chi si è sentito mettere in discussione la propria identità: «Vi assicuro che c’è un posto per noi»

– Miglior attore non protagonista: Troy Kotsur per «CODA – I segni del cuore». Anche qui una prima volta, infatti il 53enne dell’Arizona è il primo attore sordo ad aggiudicarsi questo riconoscimento.

– Miglior film di animazione: Luca dell’italiano Enrico Casarosa non ce l’ha fatto ma ha vinto «Encanto» di Jared Bush e Byron Howard.

– Miglior film internazionale: non ha vinto Paolo Sorrentino con «È stata la mano di Dio», bensì Ryusuke Hamaguchi con «Drive my car».

– Miglior documentario: «Summer of soul (…Or, when the revolution could not be televised)».

– Miglior sceneggiatura originale: Kenneth Branagh con «Belfast».

– Miglior sceneggiatura non originale: «Coda – I segni del cuore», terza statuetta su tre nomination.

– Miglior fotografia: il diretto della fotografia Greig Fraser di «Dune» di Denis Villeneuve.

– Miglior scenografia: sempre a «Dune» con Patrice Vermette e Zsuzsanna Sipos.

– Migliori costumi: Jenny Beavan per i migliori costumi con il film «Cruella»: la terza statuetta per la costumista britannica.

– Miglior Colonna Sonora: Hans Zimmer per «Dune», dopo 28 anni dalla precedente per «Il Re Leone».

– Miglior canzone originale: «No time to die» del della sempre acclamata Bille Eilish con Finneas O Connell.

– Miglior montaggio: «Dune» con Joe Walker.

– Miglior suono e Miglior effetti speciali: Dune.

– Miglior trucco e acconciature: Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh per «Gli occhi di Tammy Faye».

– Miglior cortometraggio: «The Long Goodbye» di Aneil Karia e Riz Ahmed.

– Miglior cortometraggio d’animazione: Alberto Mielgo e Leo Sanchez per «The Windshield Wiper».

– Miglior cortometraggio documentario: «The Queen of Basketball» di Ben Proudfoot.

Di Marino Ceci

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