I partiti politici del futuro? Ecologisti e Animalisti

“La morte cerca la scusa”, recita un detto. La verità è che, spesso, alla morte il motivo siamo noi a fornirglielo.
Il Covid19, per esempio, proveniente dalla Cina con furore di morte ovunque, ci pone la domanda se, oltre al panico psicologico, stiamo subendo i risultati di becere modalità di vita economica e sociale. Cercheremo di dare un’opinione accettabile, scevri da condizionamenti governativi, industriali, editoriali e religiosi.

Dunque, il panico psicologico (effetto) deriva dalle informazioni (causa) così martellanti che, per i più deboli caratterialmente, possono essere deleterie, ma quasi sempre, però, rispecchiano interessi di potere. Per becere modalità di organizzazione sociale ed economica si deve intendere lo stile di vita, ossia il modus vivendi che, per opportunità, vanità e convenienza, abbiamo accettato anche se questo cozza con gli equilibri della natura rimasti.
Al di là del ping pong sulle irresponsabili origini di questa pandemia e sulla caccia alla nazione untrice dalla quale si è diffuso il contagio, ripercorriamo l’iter storico delle contaminazioni che hanno fortemente influenzato il divenire umano.
Sulla morte di Alessandro Magno (323 a.C.), tra le varie ipotesi, ce n’è una, attuale, attribuita al virus della “aviaria”, e si può anche attingere dal biografo Plutarco che scrisse: “Quando Alessandro con il suo esercito arrivò davanti alle mura di Babilonia, vide volare un gran numero di corvi che si beccavano l’uno con l’altro, e alcuni di essi caddero a terra davanti a lui”. Nulla ci vieta di pensare che qui sia l’origine della febbre che lo condusse alla morte.
Dall’A.D. 1347 al 1352, la Morte Nera (la peste) debellò in Europa il 33% della popolazione. La causa è stata attribuita ai topi, portatori di batteri (Yersinia pestis) e alle pulci che, succhiandone il sangue e attaccandosi all’uomo, trasmettevano l’infezione batterica. A Venezia, durante la peste del 1423, i medici, ispirandosi ad alcuni riferimenti numerici biblici, inventarono la quarantena, obbligando i malati all’isolamento nei  “lazzaretti”. Seguì tra il 1629 e il 1633 l’epidemia conosciuta con il nome di peste manzoniana perché descritta nei Promessi Sposi, che causò migliaia di vittime.
Teniamo presente che la causa di simili infezioni è sempre originata da un contatto uomo-animale (una zanzara, una pulce o simili).

Le analisi genetiche di resti umani rinvenuti in alcuni siti archeologici nel Vecchio Continente indicano la Russia quale terra d’origine della Morte Nera. La sua prima diffusione è, invece, fatta risalire alle continue dispute intorno al Mar Nero dove veleggiavano anche navi delle Repubbliche Marinare le quali, durante un attacco dei Mongoli, furono colpite da lanci di cadaveri infetti con le catapulte, costringendole a battere ritirata e fare rotta verso i porti italiani, dove portarono, appunto, la peste.
Ma le pandemie sono cicliche e imprevedibili. La “spagnola” (100 milioni di morti) nel 1918, si chiamò così perché a darne notizia per primi furono i giornali spagnoli. Le aviarie del 1957 e del 1968 causarono oltre 700mila morti e ci sono state altre ondate di aviaria, in varie zone della terra, sino al 2005.
È del 1990 il morbo della Mucca Pazza e, cronaca più recente, la SARS del 2003 (quasi 1000 morti).
Per concludere: cosa deduciamo da questo modesto excursus? Che sino a quando rimarranno le guerre, stili di vita che violentano gli ambienti naturali e tradizioni (alimentari), come ad esempio i massacri di Yulin o i festival tipo Gadhimai, non cambierà niente. Dobbiamo, invece, organizzare un nuovo modello di esistenza e questo non lo possono fare i governi tradizionali, ma è necessario seguire la cultura naturalista. Per tale ragione i partiti politici del futuro saranno quelli che parlano la lingua ecologista animalista, che diffondono il suo verbo affidandosi alle scienze di salvaguardia ambientale.
Ricordiamocelo alle prossime elezioni.

Bruno Cimino

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