L’isola di Pasqua è nota in tutto il globo per la bellezza e il mistero dei suoi giganti silenziosi. Gli stessi sono rimasti “impietriti” dinanzi al vasto incendio che ha colpito l’isola. Natura dell’incendio sarebbe di verosimile natura dolosa.
Un numero imprecisato delle enigmatiche statue dell’Isola di Pasqua (Rapa Nui) è stato avviluppato dalle fiamme. Per alcune di esse, i danni riportati si sono rivelati irreparabili.
L’Isola di Pasqua conta quasi 1.000 megaliti, i cosiddetti moai, caratterizzati da teste gigantesche, per un’altezza di circa 4 metri. La loro nascita risale a più di 500 anni fa, per mano di una tribù polinesiana.
L’incendio avrebbe interessato “quasi 60 ettari” e pare sia stato appiccato deliberatamente, sviluppandosi intorno al vulcano Rano Raraku. L’Isola di Pasqua si trova a 3.500 km dalla costa del Cile e la sua economia si basa sul turismo, che ha riaperto i battenti appena tre mesi fa dopo la lunga chiusura a causa della pandemia di coronavirus. Il sito è stato nuovamente chiuso, mentre un team di esperti sta valutando l’entità dei danni.
Il sindaco dell’isola, Pedro Edmunds ha dichiarato che “I danni causati dall’incendio sono irreversibili”. Da parte sua, il direttore della comunità Ma’u Henua, Ariki Tepano, responsabile del parco nazionale, ha definito l’incendio “irreparabile e con conseguenze che vanno al di là di ciò che gli occhi possono vedere”. I moai, ha scritto Tepano sulle pagine web ufficiali del parco, “sono completamente carbonizzati”.
L’inciviltà umana distrugge in pochissimi attimi millenni della sua stessa civiltà umana.
di Marino Ceci