I dipinti della Casa Ovest di Akrotiri: suggestioni di un mondo scomparso

Tra le isolette cicladiche a Nord di Creta vi è una piccola “Pompei” minoica, nella quale sono ancora visibili le antiche strutture della città e le sue decorazioni pittoriche.

L’odierna isola di Santorini aveva anticamente il nome di Thera, tra il 1500 e il 1400 a.C. il vulcano che occupava buona parte della sua superficie eruttò violentemente ricoprendola sotto un alto strato di cenere, poi si inabissò, generando la caratteristica forma a falce che ancora oggi ha l’isola. La sepoltura degli abitati ad opera della cenere e della lava, così come a Pompei, ha garantito una loro buona conservazione nel tempo, così come delle pitture che li decoravano.

I dipinti più notevoli sono conservati presso la così detta “Casa Ovest” in un ambiente quadrangolare interpretato come stanza per le fumigazioni (luogo in cui si bruciavano sostanze ai cui fumi veniva attribuita capacità purificatrice). Le rappresentazioni, datate attorno al 1600 a.C. si sviluppano sulle pareti Sud, Est e Nord della stanza.

Nella parete Est è visibile, visto dall’alto, un lungo fiume azzurro. Si snoda entro una regione incontaminata popolata da una ricca vegetazione e da animali, la presenza di un grifone ci fa dedurre che la rappresentazione è dedicata ad una terra lontana, non ben conosciuta dagli abitanti di Thera, e ancora soggetta nelle loro menti a suggestioni e fantasie.

Nella parete Sud una serie di navi con remi e vele solcano il mare, all’estrema sinistra vi è la città di partenza, in parte circondata da un fiume e affacciata sul mare, all’estrema destra la città di destinazione, anch’essa lungo la costa. Nel mare azzurro numerosi delfini accompagnano il viaggio delle navi e ci ricordano la grande sensibilità che la civiltà minoica aveva verso la natura, sempre molto rappresentata nella sua arte. Le numerose figure umane che affollano le strade, le terrazze e i tetti delle due città guardano rispettivamente le navi allontanarsi e avvicinarsi, suggerendo la grande partecipazione all’evento da parte dei rispettivi abitanti.

La parete Nord, infine, è la più frammentaria. Dell’ampia decorazione pittorica che la rivestiva, infatti, ci pervengono solo pochi lacerti di difficile interpretazione. Vi si riconosce, in alto a sinistra, l’incontro tra due uomini di alto rango seguiti da dei loro sottoposti, in basso una nave semivuota con degli uomini caduti in mare, al centro in alto dei guerrieri con degli scudi quadrangolari, lance e spade con sullo sfondo scene di vita quotidiana.

Non si è ancora giunti ad una definitiva e concorde interpretazione delle scene, le ipotesi più accreditate le vedono come racconto per immagini di fatti storici che hanno caratterizzato la vita dell’isola, nello specifico la narrazione di una processione religiosa via mare, oppure lo scontro con un altro popolo e il ritorno vittorioso dei guerrieri (le donne affacciate dalle case dell’abitato verso cui si muovono le navi, infatti, hanno il seno scoperto, come vuole il costume minoico, mentre i guerrieri con gli scudi hanno i caratteristici elmi conici dei micenei).

Nelle pitture riconosciamo tutte le caratteristiche e lo stile peculiare dell’arte minoica: la rappresentazione delle figure nella loro forma più sintetica e riconoscibile, la totale assenza di chiaroscuro, con conseguente forte bidimensionalità delle stesse, le proporzioni gerarchiche, la pervasiva presenza di una linea sinuosa e marcata di contorno, il tutto accompagnato da una forte sensibilità per il colore.

Le scene della Casa Ovest di Akrotiri sono testimonianza di un mondo lontano e di una civiltà scomparsa, la cui sensibilità e i cui valori sono solo in parte intuibili grazie alla loro conservazione, avvenuta, attraverso la forza della natura, in via del tutto eccezionale.

Glenda Oddi

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