Hansi, il canarino nazista o Quando Goebbels voleva sfidare la Disney

Il Terzo Reich non combattè solo nel campo militare e ideologico, ma anche in campo mediatico. Ovvio, direte voi, ma la guerra che il Reich combatteva toccava anche un campo che nessuno si aspetterebbe: quello dei cartoni animati. E il campione di questa impossibile battaglia era Hansi.

Hansi era un canarino in cerca di libertà che poi si rende conto di preferire la vita nella gabbia. Una storia istruttiva per gli intenti della Germania nazista ed esposta al pubblico tramite un film d’animazione voluto dallo stesso Adolf Hitler. Ovviamente, attraverso la mente acuta e disumana del suo Ministro della Propaganda, Joseph Goebbels.

La società che fu creata appositamente allo scopo di combattere lo strapotere di Walt Disney fu la Zeichenfilm, che, tuttavia, all’epoca del secondo conflitto mondiale produsse un solo film d’animazione: Armer Hansi, il Povero Hansi.

Il Povero Hansi era la storia di un canarino che desiderava ardentemente la libertà, ma che, dopo numerose disavventure, si rende conto che la usa gabbia lo teneva al sicuro. Un prodotto visivamente simile a quelli Disney, ma ideologicamente pregno di un’ideologia totalitaria: la libertà è inutile e pericolosa, in gabbia si sta così bene. Sicurezza in cambio di Libertà.

Una sfida che nacque da una visione privata di Hitler e Goebbels di Biancaneve e i Sette Nani nel 1941 (il capolavoro Disney fu proiettato in Germania liberamente solo molti anni dopo la guerra). Il Furher e il suo Ministro rimasero impressionati dal film e decisero di voler fare anche loro la stessa cosa, sia perché ne rimasero rapiti sia per combattere anche su altri fronti contro l’America.

Ma l’unico prodotto fu Armer Hansi, figlio di una mentalità contorta e prova che la libertà è necessaria per l’arte.

Domenico Attianese

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