Gli effetti psicologici della musica

La musica è nata con l’uomo e si è evoluta con esso, procedendo dal più rudimentale strumento di percussione alla polifonia e agli strumenti complessi. Spesso si sente l’esigenza di ascoltarla e questo è dovuto al fatto che ha forti effetti psicologici su di noi. Innanzi tutto è necessario ricordare che l’esperienza sonora è un importante fattore che stimola lo sviluppo cognitivo del bambino fin dalla prima infanzia, se non addirittura, secondo alcuni, fin dalla vita intrauterina. Infatti la musicoterapia ha dato interessanti risultati per aiutare le gestanti e questo pare abbia un riscontro anche sul feto, che per giunta sembra riuscire ad udire i suoni provenienti dall’esterno. In generale, soprattutto la musica classica, risulta essere efficace nella regolarizzazione del battito cardiaco e dunque nella attenuazione di condizioni di stress o ansia. In secondo luogo non si può non citare il così detto “Effetto Mozart”, cioè la capacità delle sinfonie di stimolare l’attività cognitiva della mente, migliorando così la sua prestazione in un test subito seguente all’ascolto. I primi fautori di studi a riguardo furono i fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher, questi nel 1993 operarono un esperimento in cui le persone che avevano ascoltato musica classica prima di un test risultarono avere in esso esiti tendenzialmente migliori di chi non l’aveva ascoltata. La musica è dunque un importante fattore di stimolazione psicologica, questo permette il suo impiego in vari momenti della nostra giornata in cui va a svolgere diverse funzioni. Prima fra tutte quella dell’intrattenimento: la mente umana è fatta per lavorare costantemente, per questo motivo quando proviamo noia tendiamo a stressarci, sotto questo punto di vista le melodie salvano la mente dalla “tensione” del non far nulla. In secondo luogo funge da elemento di “scarico” dello stress favorendo il rilassamento attraverso specifici brani che orientano a questo. In terzo luogo è importante elemento di conforto, aiutando ad elaborare momenti difficili e superare condizioni emotive negative. In ultimo svolge la funzione di stimolazione cognitiva, aumentando la capacità e velocità di reazione del nostro cervello, come già detto.

Glenda Oddi

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