In Sardegna la fantasia architettonica si sposa con l’amore per l’ambiente e le tradizioni locali in un esempio vincente di architettura sostenibile
Da millenni le costruzioni in pietra a secco dei nuraghi popolano la Sardegna come ultima traccia di un’antica società ormai scomparsa. La suggestione di queste strutture del passato è stata raccolta e riattualizzata dall’architetto Massimiliano Fuksas e sua moglie Doriana che hanno dato vita a quattro tipologie di strutture ecosostenibili ispirate alle antiche costruzioni dell’isola, chiamate Luxi, Palas, Nea ed Arenada. Sono collocate nell’ Is Molas Resort, presso Pula, sulla costa meridionale della Sardegna. Le strutture nascono dal desiderio di creare dei fabbricati a zero impatto ambientale, riproponendo le forme architettoniche della storia locale e utilizzano i materiali reperibili in loco, la pietra e il legno dell’isola, il tutto accompagnato da impianti ad alto risparmio energetico. Le costruzioni sono situate all’interno di una tenuta di 500 ettari, corredate dal verde e da un “Bike park” con oltre trenta percorsi da fare nella natura. Gli econuraghi sono pensati per richiamare la tradizione sarda e rispondere al principio dell’ecosostenibilità anche nei dettagli interni ed esterni: il loro rivestimento è infatti realizzato in cocciopesto, ampiamente utilizzato anche in età romana, con le sue colorazioni calde, tipicamente Mediterranee, che vanno dal rosso, al cipria, al crema. Le pareti interne sono invece rivestite in Tadelakt, un materiale completamente ecologico caratteristico degli hammam del Marocco che garantisce un’ottima impermeabilizzazione. Gli econuraghi progettati dai coniugi Fuksas sono espressione di un’architettura che accetta e vince la sfida della sostenibilità, grazie ad una cultura progettuale che ama l’ambiente ed è sempre più diffusa.
Glenda Oddi