Ci sono poche storie reali che possono essere avvicinate ad una fiaba, ma quella di Giorgio Rosa e della sua isola è certamente una di queste.
Giorgio Rosa è nato a Bologna il 7 maggio 1925 e lì è morto pochi anni fa, il 2 marzo 2017. Ingegnere, consulente e insegnante, si arruolò nella Repubblica Sociale Italiana. Tutto qui, nient’altro di particolare.
A parte l’Isola delle Rose.
Rosa, infatti, è stato colui che ha ideato, progettato e creato, insieme ad un suo amico e gestito insieme ad altre persone, l’Isola delle Rose, una piattaforma artificiale di 400 m² nel Mar adriatico, poco al di fuori delle acque territoriali italiane.
Isola che il 1 maggio 1968, proprio quell’anno, fu dichiarata dallo stesso Giorgio Rosa Stato Indipendente con il nome di Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose.
Con una lingua ufficiale (Esperanto), francobolli, servizio postale, moneta, passaporti e un governo, l’isola delle Rose fu un esperimento di libertà, pur non venendo mai riconosciuta da nessun altro stato al mondo, per quanto Giorgio Rosa ci provò.
Scambiato fino all’inizio del XXI secolo come un semplice esperimento di urbanizzazione del mare, l’Isola delle Rose fu, in realtà, un sogno, un tentativo di utopia scontratosi con una realtà. E una realtà Italiana, che non avrebbe mai potuto consentire una cosa del genere, non all’epoca (Mentre altri esperimenti simili, come la Sealand inglese, sono più riusciti, anche se a livello puramente “commerciale” e “pubblicitario).
Un sogno che forse non sarà riuscito, ma che ha consacrato Giorgio Rosa nella storia italiana e il suo esperimento come un precedente.
Non oggi, non domani, ma un giorno. Chissà.
Domenico Attianese