Giorgia, una carriera sotto il segno di Ray Charles

Giorgia ha appena partecipato al suo sesto Festival, tra emozione, bravura e nuovi progetti

Il suo primo Festival di Sanremo risale al 1993: nella categoria giovani presentò “Nasceremo”, un brano pieno di passione, scritto da una donna innamorata, che racconta tutta l’empatia e la voglia di sentire il proprio uomo accanto. 

Quest’anno Giorgia è tornata a Sanremo, dopo trentun’anni di carriera, venti album (tra registrazioni in studio,dal vivo e cover), quindici tour e una marea di riconoscimenti artistici, tra cui dischi di diamante, d’oro, di platino, Wind music award, telegatti e tanto altro. 

E’arrivata sesta, senz’altro meritava di più. Con la canzone “Parole dette male”, ha toccato la soglia dei sei Festival; un ritorno dopo 22 anni di assenza dal palco dell’Ariston, sul quale ottenne la vittoria nel 1995 con “Come saprei”, conquistando, oltre al primo posto, il premio della critica. Nel 1996 arrivò terza e seconda nel 2001. 

Bravura, ironia, puntiglio e voglia di non prendersi troppo sul serio, sono le caratteristiche di un’artista che, nata a Roma il 26 aprile 1971, tra poco spegnerà 52 candeline. Giorgia è figlia d’arte, di cognome fa Todrani e il padre (bravo musicista, al pari dello zio e del cugino) scelse di chiamarla con questo nome in onore alla canzone “Georgia on my mind”, cantata da Ray Charles, come cover di quella originale del 1930, composta da Stuart Gorrell e Hoagy Carmichael. E nel 1999 questa canzone la cantò con lo stesso Charles, al Summer Festival di Lucca: “a dire il vero, mio padre mi fece credere che Ray questo brano lo avesse scritto per me, mi raccontò che loro due erano amici ed io lo andavo a riferire in giro, fino al giorno in cui il babbo mi confidò che mi aveva preso in giro”, disse Giorgia in diverse occasioni, una versione confermata dal padre. 

Ma come ha cominciato Giorgia a fare la cantante? “Ero ragazzina, avrei voluto esibirmi ma ero intimidita, così, nella mia cameretta, facevo finta di essere davanti ad un pubblico e usavo  una biro come microfono; stavo cantando Crying overtime di Alexandre O’Neal, e all’improvviso entrò mio padre, io mi imbarazzai, ma fu anche lo scossone che mi permise di provarci sul serio a cantare”, ammise la cantante romana ad una trasmissione.      

Giorgia da trent’anni rappresenta una delle migliori voci femminili nel panorama internazionale, con un timbro inconfondibile, è capace di cantare nella tessitura alta della sua espansione, senza sforzo, con una sorprendente scioltezza. 

Il successo lo ha ottenuto grazie ad un carattere forte e a quell’essere “capatosta”, che le ha consentito di non arrendersi mai, anche di fronte alle situazioni personali difficili in cui si è ritrovata a vivere, in proposito citiamo solo il dolore che provò con la morte di Alex Baroni, con cui per alcuni anni ebbe una tenera e forte relazione. 

“Ma sono anche una rompiballe -ama sottolieare- rompo le scatole su tutti i fronti, dall’esigere che si spengano le luci in casa quando non sono necessarie, alla raccolta differenziata, quello che mi salva è che spesso sono simpatica”. Ed è anche per questo che è amata da un pubblico sempre vasto, malgrado il passare degli anni e il cambio generazionale. 

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