La Nannini esordice nel 1974 con un gruppo guidato da Mario Lavezzi
A Giugno compirà 70 anni, ma il 2024 è l’anno in cui cade il cinquantesimo anniversario dell’avvio (possiamo dire ufficiale) della sua carriera. Parliamo di Gianna Nannnini, una delle voci più popolari e amate nel panorama musicale italiano ed internazionale. Era infatti il 1974 quando partecipava ad “Un disco per l’estate” con il gruppo “Flora Fauna e Cemento”, il cui leader era Mario Lavezzi. Prima, Gianna Nannini, nata a Siera il 14 giugno 1954, aveva cercato di entrare nel mondo dello spettacolo, con carattere, faccia tosta e caparbietà. Il padre, Danilo, era il noto pasticcere della città del Palio: “lui aveva un Ape Piaggio con il quale portava i dolci ai clienti; il mio sogno era quello di fuggire, proprio con quel motocarro a tre ruote e andare lontano”, confidò la Nannini in un’intervsita di oltre dieci anni fa. A sedici anni compra una motocicletta e, chitarra in spalla, corona il sogno di “fuggire”.
“Ero un’adolescente con la faccia di bronzo, ero sfacciata e volevo sottopormi ai provini per far vedere quanto valessi. Volevo il numero di telefono di David Bowie per chiedergli di cantare con lui”.
Arriva a Milano non ancora ventenne e ben tre case discografiche si interessano a lei; Gianna sceglie quella che non le chiede di cambiare look: punk/rock, tutta vestita di pelle nera.
Nelle canzoni di Gianna Nannini è sempre contemplato l’Amore, ma quello che narra non è soltanto l’dilio tra due persone che hanno una storia sentimentale, bensì un concetto di Amore molto più vasto. Giovanissima, entrò nel mondo femminsita, per poi lasciare l’attivismo proprio per seguire il sogno della musica: suonare per lei è sempre stato un bisogno, mentale e fisico.
Ma perchè lasciò la splendida Siena? Ce lo raccontava in una trasmissione Tv degli anni settanta, chiamata “Sabato Due”: “Siena è una città attorniata dalle mura, mi ha sempre dato l’impressione che questa chiusura strutturale alla fine si riperquotesse anche su quella mentale, quindi la mia città ad un tratto ha iniziato a starmi stretta”.
Dopo l’esperienza con “Fauna Flora e Cemento”, esce il suo primo album, siamo nel 1976 e il titolo è semplicemente “Gianna Nannini”, nel 1977 il secondo, “Una radura…” e, nel 1979, con l’LP “California” raggiunge la grande popolarità, soprattutto col brano “America”, controversa canzone che viene consideratra un inno alla masturbazione, maschile e femminile, in cui l’America sembra diventare il sinonimo di una sublimazione da raggiungere attraverso un piacere solitario ed estremo.
La carriera di Gianna Nannini in quegli anni è un fiume in piena che non conosce ostacoli, si esibisce in Italia e all’estero, ovunque ha successo e diventa una delle poche regine del Rock internazionale.
Poi arriva un momento di crisi, che la Nanini definisce “L’inferno”, che, alle Inavasioni Barbariche di Daria Bignardi, lo raccontava così: “dopo l’albun Latin Lover del 1982 e, prima di Puzzle, andai in tilt, certamente per lo stress. Ebbi un crollo mentale, insomma, sono sprofondata. Ma sono riuscita a rinascere. Il 1983 per me è stata una nuova vita”.-
Quel periodo di crisi le è servito per trovare quell’ispirazione mistica, che ha caratterizzato molti dei suoi lavori. Infatti il disco “Profumo” del 1986 è ricco di ascetismo. E’ la Gianna Nannini di “Bello e impossibile”, di “Quale Amore”, di “Scadalo e “Voglio fare l’Amore”. Fino ad arrivare al 1990 quando la sua voce, con quella di Edoardo Bennato, diventa l’inno dei Mondiali di calcio in Italia. La Nannini ha registrato 24 album in studio, 6 raccolte e 3 album dal vivo.
L’ultimo disco è “Sei nell’anima”, che ha finito di registrare lo scorso 24 novembre, uscirà il 22 marzo, ma già a gennaio abbiamo potuto ascoltare in singolo “Silenzio”.
Nell’ultimo Festivald di Sanremo si è esibita nella serata delle Cover con Rose Villain, proponendo una pezzo della propria storia musicale.