Il Gatto di Pallas (Felis manul), noto anche come Manul è un felide dell’Asia centrale molto amato dagli amanti dei felini. È un grosso gattone selvatico che può pesare oltre 3 Kg, possiede un muso arrotondato e leggermente schiacciato, occhi tondi gialli, orecchie corte, pelo grigiastro lungo e folto e zampe corte che gli danno un aspetto pacioccone.
La specie vive principalmente in Mongolia dove è vittima della caccia per il suo pelo, con cui si producono cappelli e per il suo grasso, usato nella medicina locale per curare i reumatismi. Anche se non è classificato in estinzione risulta comunque in forte calo numerico in tutto l’areale. Il suo nome deriva dal naturalista tedesco Peter Simon Pallas (1741-1811) che scoprì e classificò numerose specie di uccelli e mammiferi. La specie è abbastanza diffidente: evita l’uomo ed è attivo soprattutto all’alba e al crepuscolo quando va a caccia di ratti e pika. Proprio per questo è difficile studiare la sua presenza sul territorio.
Ma un recente studio realizzato da un team comprendente anche alcuni italiani è riuscito tramite fototrappolaggio a censire una popolazione di 20 individui nell’area di Bayan Onjuul in Mongolia. Si è riusciti a riconoscere i singoli individui dal pelo scuro intorno agli occhi, la cui disposizione è univoca come per le impronte digitali umane. Il leader di questo team, il ricercatore Claudio Augugliaro, vuole riproporre questo metodo di ricerca anche in altri paesi. Ha inoltre creato una ONG, la Wild Animal Initiative, per sviluppare progetti di conservazione su specie in pericolo nelle aree più remote del pianeta.
Daniele Capello