Di
Marino Ceci
Non c’è ombra di dubbio: l’attesa per accaparrarsi un biglietto per Galleria Borghese viene totalmente ricompensata dal fascino e dalla bellezza in cui si viene immersi dacché si varca la soglia di questo sontuoso ed elegantissimo palazzo (consigliamo l’acquisto con 2 settimane di anticipo per garantirsi una data desiderata).
Tra i capolavori della raccolta, con il più importante nucleo risalente al collezionismo del cardinale Scipione (1579-1633), nipote di Papa Paolo V, spiccano mosaici romani, dipinti di Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Correggio, Antonello da Messina, Giovanni Bellini e le iconiche sculture di Gian Lorenzo Bernini e del Canova.
Le prime opere che incrociamo e catturano la nostra attenzione sono certamente le opere scultoree del Bernini. A pieno titolo tra le opere cui pensiamo quando si dice statua, c’è lei: Apollo e Dafne, definita all’epoca una “meraviglia”, a metà tra miracolo e ricamo nel marmo, per via dell’incredibile maestria e abilità del suo creatore. Non solo tecnica ma anche emozione catturate nell’incarnato, negli occhi e perfino nei capelli: dalla paura della donna che viene inseguita, al desiderio dell’uomo che non accetta il rifiuto. Non solo, quest’opera è anche cinema: infatti egli l’ha resa plastica poiché camminando attorno alla scultura, essa muta, partendo da due figure e man mano in preda alla metamorfosi Apollo sembrerà abbracciare un tronco d’albero vivo eppure non umano. Il Ratto di Proserpina, realizzato a soli ventitré anni nel 1622 con eccelsa maestria dal Bernini, emlema di stile barocco, Plutone è colto nell’atto di rapire Proserpina e con lei, anche noi spettatori. Non si può infine non menzionare il David, opera innovativa rispetto agli altri David, pervasa da un grande dinamismo che sposta il proprio baricentro in una natura psicologicamente intensa.
Facendo un salto più avanti nel tempo, ci si imbatte nella summa di stile Neoclassico: Paolina Borghese, uno dei capolavori indiscussi della Galleria, realizzato da Canova nel 1808. Vivace sorella di Napoleone, vedova, era andata in sposa al Principe Borghese. Nonostante l’affermazione di Paolina stessa “tutti i veli possono cadere davanti a Canova”, in realtà si tratta di un ritratto ideale, rafigurata come Venere e vincitrice del giudizio di Paride, come indica la mela che tiene in mano, omaggio alla tradizione classica e veneziana della pittura. Il realistico materasso sotto la dea è sorprendente come quello dell’Ermafrodito, ha perfino un meccanismo originale che consente alla scultura di ruotare di 360 gradi, ancora funzionante.
Le opere sono esposte nelle 20 sale affrescate che, insieme con il portico e il Salone di ingresso, costituiscono gli ambienti del Museo aperti al pubblico. Oltre 260 dipinti sono custoditi nei Depositi della Galleria Borghese, collocati sopra il piano della Pinacoteca e allestiti come una quadreria visitabili su prenotazione.
A completare l’inebriamento dei nostri sensi, i mosaici romani provenienti da chissà che sfarzose domus romane trafugate, ma anche statue romane e “più recenti” capolavori su tela, Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano, noto per le sue innumerevoli ipotesi di interpretazioni, vi lascerà con la domanda: siete sicuri che ad esser profano sia la donna svestita e non quella riccamente vestita con alle spalle un forte?
Ma ancora, alcune opere di Raffaello come la “Dama con Liocorno”, Correggio. Immancabile l’oscuro e tribolato Caravaggio con “Fanciullo con canestro di frutta” e “San Girolamo scrivente”. Vari dipinti di Rubens con una intera sezione a lui dedicata con grandiosi opere come “Deposizione nel sepolcro”.
Non puoi perdertela… .
Per maggiori informazioni Galleria Borghese https://galleriaborghese.beniculturali.it/il-museo/