30 anni senza Gaetano Scirea

Era il 3 settembre 1989 quando giunse la notizia che sconvolse il mondo del calcio italiano: Gaetano Scirea era morto in un incidente stradale in Polonia, nella zona di Babsk. Fu Sandro Ciotti a comunicare la tragedia durante la Domenica Sportiva e l’intero paese si ritrovò sgomento di fronte a questo annuncio, senza distinzione di tifo e di colori. Sì, perchè nonostante Scirea fosse un simbolo e una bandiera della Juventus, era comunque amato e apprezzato anche dai tifosi avversari, sia per la sua classe che per essere stato uno degli eroi del Mundial 1982.
Gaetano Scirea nacque il 25 maggio 1953 a Cernusco sul Naviglio (MI) ed esordì da professionista nelle file dell’Atalanta nel 1972 per poi passare dopo due stagioni alla Juventus dove divenne un pilastro della squadra, giocando per 14 anni fino al ritiro nel 1988. Diventò immediatamente allenatore in seconda dei bianconeri allenati da Dino Zoff e proprio in questa veste fu inviato in Polonia, dove avvenne il fatale incidente, per seguire il Gornik Zabrze, prossima avversaria in Coppa Uefa.
Scirea vinse, oltre al Mondiale 1982, 7 Scudetti, 2 Coppe Italia, le 3 coppe europee principali (dei Campioni, Uefa e delle Coppe), 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale. Giocava da libero ed era considerato uno dei migliori difensori al mondo, con una grazia ed un eleganza derivate dal passato da centrocampista nelle giovanili. Era un difensore straordinario e correttissimo tanto da non aver mai ricevuto un cartellino rosso in carriera. Come disse Enzo Bearzot: “Un modello da tutti i punti di vista: tecnico, stilistico, comportamentale”.

Daniele Capello

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