Pier Paolo Pasolini nacque cento anni fa a Bologna, era il 5 marzo 1922, ed è stato assassinato ad Ostia (RM) il 2 novembre 1975. Il suo corpo riposa accanto a quello della madre nel cimitero del Comune di Casarsa (PN).
Nella ricorrenza della nascita, almeno nel momento in cui scriviamo, l’Italia culturale sembra un po’ indifferente a ricordare il celebre personaggio. Non che siano totalmente assenti gli eventi encomiastici, piuttosto meriterebbero un maggiore risalto.
Di solito tali momenti sono considerati una nobile consuetudine per personaggi di un certo spessore culturale, per cui un megafono con qualche decibel in più sarebbe preferibile.
Nessuna intenzione di infierire per questa che supponiamo sia una momentanea “distrazione”, Pier Paolo non amava le polemiche e neanche noi.
Comunque, tra le più interessanti da citare, c’è l’inserimento della ricorrenza negli Anniversari 2022-2023 dell’Unesco; alcuni suoi film in programma alla Casa del Cinema di Roma; le mostre romane al Palaexpo, alle Gallerie Nazionali di Arte Antica e al Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo; non ultimo alcune interessanti iniziative a cura della Cineteca di Bologna, tra le quali una mostra, un convegno, una retrospettiva integrale e la distribuzione di una selezione dei suoi film.
Da questo anniversario, insieme al tributo dovuto ad uno fra i maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo, potremmo trarre utili vantaggi rileggendo gli anni in cui ha vissuto; possiamo ancora nutrirci della sua scuola di pensiero, sviluppata e distinta come scrittore, poeta, regista, sceneggiatore, lasciandoci un patrimonio culturale di grandissimo interesse.
La produzione pasoliniana, oltre ai film Accattone (1961), Mamma Roma (1962), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966), Edipo re (1967), Teorema (1968), Porcile (1969), Medea (1969), Decamerone (1971), Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) ecc., comprende anche centinaia di articoli e servizi giornalistici, raccolte poetiche e testi teatrali; tra le numerose pubblicazioni primeggiano, per l’editrice Garzanti: Ragazzi di vita (1955), Le ceneri di Gramsci (1957), Una vita violenta (1959), La religione del mio tempo (1961), Scritti corsari (1975), Petrolio (1992) e altre opere presenti in tutte le librerie.
Sarebbero tanti gli spunti didattici che ci offre la vita esaltata e subita da Pasolini, citiamo quello legato alla querelle per il suo libro Ragazzi di vita che si voleva censurare perché ritenuto pornografico. Venne assolto e tra i tanti a sostenerlo vi fu Giuseppe Ungaretti il quale inviò una apposita lettera ai magistrati.
Ricordare Pasolini, personaggio geniale, versatile e controverso rimane un atto dovuto perché è un’eccellenza nazionale. Nato a Bologna è vissuto a Roma, ha lodato il dialetto calabrese e la cultura napoletana. Infatti, straordinari sono stati gli articoli redatti da Napoli, da alcune località calabresi e dalla Sicilia che girava a bordo di una Fiat 1100.
Scriveva: «Il mio viaggio mi spinge a Sud, sempre più a Sud: devo andare più in giù, senza lasciarmi tentare». E lo fece percorrendo con il fotografo Paolo Di Paolo circa 7000 km, un lungo itinerario grazie al quale produsse quel bellissimo reportage intitolato La lunga strada di sabbia.
In questo lavoro emerse tutto il suo apprezzamento per il meridione: «Riparto, mi perdo nelle Calabrie: che si fanno sempre più Calabrie …. Avevo sempre pensato e detto che la città dove preferisco vivere è Roma, seguita da Ferrara e Livorno. Ma non avevo visto ancora, e conosciuto bene, Reggio, Catania, Siracusa. Non c’è dubbio, non c’è il minimo dubbio che vorrei vivere qui: vivere e morirci, non di pace, come con Lawrence a Ravello, ma di gioia».