Siamo nel mezzo della stagione estiva 2021 e il dibattito sulla presenza degli animali d’affezione nelle spiagge è già un tormentone. Questo perché non esiste in Italia una legge che vieti di portare i cani al mare, nelle spiagge libere.
Tutte le ordinanze “periodiche” sono demandate ai Comuni e alle decisioni della Guardia Costiera o delle Capitanerie di Porto, che sono le autorità competenti nelle singole regioni.
D’altronde, in primis, sono i sindaci dei Comuni coloro i quali devono tutelare gli animali domestici da eventuali maltrattamenti, quindi, responsabili, sotto certi aspetti, della loro incolumità; devono combattere il randagismo e, nel periodo estivo, indicare con appositi cartelli quali sono gli spazi di spiaggia libera destinati ai bagnanti con cani al seguito.
In caso di divieto, bisogna riportare le motivazioni e relative sanzioni per chi trasgredisce. Tutto quello che viene segnalato deve fare sempre riferimento al decreto, alla legge regionale, alla ordinanza comunale o della Guardia Costiera; se non vi sono specifiche indicazioni, i cartelli sono illegali.
Per essere ancora più chiari: non è consentito portare il cane in spiagge non autorizzate, mentre lo è ovunque, se non vi siano arenili liberi a loro dedicati.
Per i cani guida dei non vedenti e, ove necessario, per quelli da salvataggio, non esistono divieti.
Ad ogni inizio di stagione estiva l’argomento “animali in spiaggia” è considerato come un problema, dimenticando in fretta quanto ci sono utili, anche solo per risolvere le nostre disgrazie e tragedie: loro non si tirano mai indietro, anzi, sono felici di offrire il loro contributo per la nostra felicità, spesso mettendo a repentaglio la loro stessa vita.
Vivendo in uno Stato di diritto, sappiamo che le leggi vanno rispettate. Tuttavia, portare un animale domestico nelle spiagge demaniali è un significativo segnale di avanzata civiltà.
Tra le righe delle normative generali in atto, rileviamo che si tratta, più o meno, delle stesse regole alle quali ci si deve attenere quando siamo a passeggio con il cane nei parchi o nelle strade cittadine, ossia, avere sempre e comunque rispetto per il prossimo, compresi quelli che non amano i cani.
Se si è in spiaggia mista: occorre tenere il cane al guinzaglio corto (metri 1,5) e con la museruola; essere muniti di paletta e sacchettino per la raccolta dei rifiuti e delle deiezioni e, se non vi sono appositi cestini di raccolta, bisogna portarli con sé, quando ci si allontana dalla spiaggia.
Al nostro animale d’affezione si deve garantire l’acqua e l’ombra ed è assolutamente vietato esporlo al sole, specialmente nelle ore di maggior calore, meglio se rinunciamo ad andare in spiaggia, quando è troppo caldo e afoso. Comunque, gli esperti consigliano di evitare almeno gli orari dalle 11 alle 16, così da limitare il rischio di insolazioni e scottature dei polpastrelli.
Ci sarebbero anche delle norme e trattati utili che purtroppo vengono ignorati, mentre potrebbero essere di aiuto per evitare o almeno mitigare molte decisioni avventate.
Per fare qualche esempio ricordiamo che: “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro gli stessi, i maltrattamenti e il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale”.
Importante è anche la legge quadro nazionale 281/91 che considera il Sindaco di ogni Comune italiano l’autorità competente e responsabile del benessere di tutti gli animali presenti sul proprio territorio.
Il Manifesto Animalista Europeo (presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles il 4 aprile 2019) all’articolo 1 suggerisce di: “Aumentare lo status morale e legale degli animali”.
Non ultimo, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale (Unesco, Parigi, 15 ottobre 1978) proclama che “Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza” (art. 1) e “Ogni animale ha diritto al rispetto”; infine, all’art. 14, leggiamo che: “I diritti dell’animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell’uomo”.
Bruno Cimino