Elsa di Frozen non è stata concepita in chiave LGBT

È già da diverso tempo che la Disney ha abbandonato l’impronta classica  che caratterizzava le favole e che ha deciso di non rappresentare più i personaggi femminili come soggetti la cui salvezza e il cui destino dipendono esclusivamente dall’intervento di un principe bello e valoroso, col quale poi si sposano per vivere insieme felici e contenti.
Merida, protagonista di “Ribelle – The Brave” del 2012, incarnava già la figura della donna indipendente, determinata a rimanere single e padrona del suo destino. Al centro della storia non c’era più l’amore tra uomo e donna, ma quello tra madre e figlia, unitamente ad altri temi come obblighi, doveri, libertà, sacrificio e destino.
A lei sono seguite Elsa di “Frozen – Il regno di ghiaccio” nel 2013, che ha ripreso i medesimi temi di base ma con la differenza che l’amore è stato proposto in chiave fraterna, Vaiana Waialiki di “Oceania” nel 2016, anch’ella combattuta tra obblighi e doveri da mantenere in qualità di figlia del capo villaggio e la voglia di seguire liberamente i suoi sogni, e altri personaggi e storie in cui al centro non c’è più l’amore tra uomo e donna, in cui quest’ultima è sottomessa in qualche modo al primo.
Eppure, nonostante non sia stata né la prima né l’ultima del suo genere, soltanto con Elsa di “Frozen – Il regno di ghiaccio” si è assistito a un’inspiegabile esplosione di interesse da parte del pubblico per la forza e l’indipendenza di questa eroina, tanto che in molti hanno addirittura pensato che il fatto che sia mancata una figura maschile al suo fianco sia da interpretare come un’inequivocabile dimostrazione della sua omosessualità.
Nel 2016 è persino stata avviata una campagna con l’hashtag #GiveElsaAGirlfriend, mentre sia la co-regista Jennifer Lee che la doppiatrice del personaggio, Idina Menzel, hanno rilasciato dichiarazioni che non hanno né smentito né confermato questo dettaglio, contribuendo però al tempo stesso ad alimentare le speranze dei sostenitori.
È stato il supervisore degli effetti speciali, Marlon West a mettere ancora uno stop alle fantasie LGBT: «Elsa non è il tipo di personaggio definito da una storia d’amore romantico» ha dichiarato al Festival dell’animazione di Annecy. «Sta affrontando una ricerca personale, sta ancora tentando di capire chi è veramente. Ciò a cui sta pensando in questo momento è proteggere la sua famiglia e scoprire l’origine dei suoi poteri. Tutto ciò che vi posso dire è che in questo film scoprirà tante cose nuove sul suo passato. Tanti spettatori si sono immedesimati in Elsa, che sia per il suo ipotetico orientamento sessuale o per le sfide che deve affrontare, ho visto tantissime persone che hanno detto: “Let it Go parla proprio di me!” I fan si sentono vicini a questo personaggio per moltissime ragioni e questo è fantastico!»
Anche nel secondo capitolo, quindi, non vedremo storie d’amore che coinvolgono Elsa con un uomo o con una donna, per il semplice fatto che è stato deciso sin dall’inizio di non definire questo personaggio tramite una relazione amorosa, ma piuttosto si è preferito porre al centro della storia altri temi, come per l’appunto il legame fraterno, la famiglia e il passato.
Di sicuro i fan non si arrenderanno: non è detto che prima o poi non riescano a ottenere la tanto desiderata svolta LGBT in un eventuale terzo capitolo.

Yami

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