Francesca Armosino, la terza moglie di Garibaldi

Garibaldi sposò la Armosino dopo gli amori con Anita e Giuseppina 

La vita di Giuseppe Garibaldi e le sue celeberrime imprese fanno parte del bagaglio culturale di ognuno di noi, anzi, rappresentano l’inevitabile percorso didattico da seguire durante la scuola dell’obbligo. L’amore proverbiale con Anita rimane una pagina delle epiche gesta dell’ “Eroe dei due mondi”, tra politica, pratiottismo e passioni. Le sue relazioni sentimentali hanno attirato l’interesse di più generazioni, lui le donne le amava, con la forza del più virile coinvolgimento emotivo, poi le abbandonava, a volte con giustificato rancore, altre senza neppure sapere il perchè. Garibaldi ebbe tre mogli: Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio nota come Anita, fu la sua prima sposa, giovane, bella e forte, rivoluzionaria come il marito e dal carattere impavido. Poi c’è stata Giuseppina Raimondi, che il condottiero abbandonò un’ora dopo le nozze, venendo a sapere, appena dopo la cerimonia, che quest’ultima lo aveva tradito fino a pochi giorni prima. 

La figura che vogliamo raccontare è la terza moglie del generale, Francesca Armosino, che nacque ad Antignano il 18 luglio 1848,  oggi territorio di San Martino Alfieri, in provincia di Asti.  

La Armosino frequentò le scuole nella località di nascita atigiana; nel 1865, quattro anni dopo l’Unità d’Italia, si trovava a Caprera, l’isola sarda dove Giuseppe Garibaldi decise di trascorrere l’ultima parte della propria vita. Francesca venne assunta da Teresita Garibaldi, figlia terzogenita dell’eroe dei due mondi, per fare da balia ai figli, avuti con un garibaldino. 

I rapporti tra l’astigiana e Teresita non furono idilliaci, ma tra  Garibaldi e la Armosino nacque subito una bella sintonia, lui abitava praticamente nella stessa dimora della figlia e i contatti con la Tata erano quotidiani. Una simpatia che si trasformò in amore, benchè lei avesse 18 anni e Giuseppe 59. Dalla loro unione, inizialmente non ufficiale, nacquero tre figli: Clelia, Rosita (morta a soli diciotto mesi) e Manlio. 

Nel 1880, sette anni dopo la nascita di quest’ultimo, Garibaldi riesce ad avere l’annullamento del matrimonio con la già citata Giuseppina Raimondi, e due settimane dopo la notizia della decadenza del matrimonio, Francesca e Giuseppe si sposano. Il generale muore dopo due anni e la vedova astigiana inizia a dividersi tra Caprera, Torino e Livorno. A Torino ci va con la figlia Clelia, dove prenderà casa in via Giambattista Bogino 23; nella città sabauda la figlia si sposa con Vittorio Graziadei, ma il matrimonio duerà poco, così Clelia tornerà a Caprera. 

Poi Francesca Armosino prenderà casa a Livorno, per stare vicino al figlio Manlio, cadetto di marina proprio nella città toscana. 

Francesca morì il 15 luglio 1923, a Caprera, dopo aver dovuto sopportare il dramma del decesso del figlio (nel 1900) per tubercolosi. 

La Armosino dovette inoltre affronatre una lunga diatriba legale contro uno dei figli avuti dal generale con Anita. 

In queste vicende, che il gossip dell’epoca battezzò “le beghe di Caprera” Francesca Armosino venne incolpata di aver approfittato della malattia e della fragilità di Garibaldi, per impossessarsi dei beni del marito, facendo giungere sull’isola i propri parenti dell’astigiano, che avrebbero fatto i comodi propri. 

Leggenda o verità? La legge di fatto diede ragione alla terza moglie del patriota. 

Le salme della piccola Rosa e di Manlio, sono accanto a Francesca Armosino e a Giuseppe Garibaldi, sull’isola sarda.   

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