Una piacevole e sorprendente scoperta girovagando per la parte alta di Firenze salendo la stradina che da Palazzo Pitti costeggia i Giardini di Boboli fino al famoso Belvedere dove si scattano le foto panoramiche alla città del Rinascimento.
È stato un caso imbattersi nell’entrata di questo scrigno di arte, storia e natura che offre una finestra mozzafiato sull’intera città di Firenze e racconta una lunga storia di raffinatezza e gusto.
C’è tanto da vedere e da meravigliarsi in questa villa che risale al Medioevo quando una bella casa signorile sull’alto del colle aveva un grande giardino recintato da un muro che racchiudeva i terrazzamenti usati come orti. Nel Seicento divenne villa Manadora, ma fu sempre chiamata Villa Belvedere per la sua vista eccezionale su Firenze. Il proprietario Francesco Manadori collegò la sua nuova villa a quella precedente e sistemò il grande terreno secondo la moda dei Giardini delle Delizie tanto in voga tra il Cinquecento e il Seicento come luoghi di svago e passeggio per l’aristocrazia fiorentina.
Nell’Ottocento il parco venne trasformato in giardino all’inglese dal nuovo proprietario Giacomo Le Blanc che aggiunse anche fontane e vivaci corsi d’acqua in muratura.
Passaggi di proprietà e piccole variazioni, secondo il gusto dell’epoca, modificarono la struttura originaria fino all’acquisto, nel 1913, di Stefano Bardini, pittore, ma soprattutto famoso collezionista fiorentino che commerciava opere d’arte con i più prestigiosi musei europei dal Louvre al Victorian and Albert Museum oltre ad altri illustri collezionisti privati. Il Bardini sistemò la bianca villa dalle forme altere ma semplici alzandola di un piano e facendola diventare ricovero per la sua nutrita collezione di arte.
La villa e i suoi giardini, ben rivisti in chiave moderna dal Bardini, conobbero anni di abbandono dopo la morte dell’ultimo erede Ugo Bardini che la abitò fino al 1965 e non avendo figli lasciò tutto allo Stato italiano. Grazie alla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e al sostegno della Fondazione CR Firenze, la villa e il suo meraviglioso giardino riaprirono nel 2006 permettendo ai visitatori di conoscere anche la ricca collezione d’arte custodita nelle sale dedicate al Museo Pietro Annigoni, artista ecclettico per sensibilità e tecnica e conosciuto come “pittore delle regine” per i suoi ritratti alle nobili inglesi.
Oggi questa splendida dimora è illustre location di mostre, incontri culturali nazionali ed internazionali e convegni. Una residenza elegante, raffinata, chiara e rilassante che narra il suo antico passato e si presenta come la vera porta d’ingresso ad un mondo affascinante composto di simboli altissimi di arte e natura. Uno scenario richiesto e molto ambito per set cinematografici e fotografici, sfilate, spettacoli di danza tutto all’insegna del connubio tra espressioni artistiche del passato e del presente. Nelle scuderie della villa c’è oggi un ristorante che regala ai suoi clienti una terrazza speciale sulla città.
Il particolare giardino si estende in pendenza su quattro ettari ed è anche orto, erbario e frutteto. È attraversato da viottoli di ghiaia, intervallato da statue e fontane, grotte e corsi d’acqua che si alternato a sistemazioni all’italiana e all’inglese.
Vi sono, infatti, tre giardini in un unico parco: quello all’italiana con una monumentale scalinata barocca che sfrutta la pendenza del colle e inizia da un piccolo casino dotato di un ampio loggiato, chiamato Loggia Belvedere, che oggi è un lounge bar dal quale si può assaporare un caffè al tavolo guardando Firenze.
Poi c’è il giardino all’inglese che ha la peculiarità di conservare anche piante esotiche cinesi e si presenta come esempio fiorentino di quella moda tutta settecentesca nata in un’Inghilterra appassionata alle disposizioni dei giardini cinesi e che iniziò a progettare primi parchi inglesi di stile chinoiserie poi di gran moda in tutta Europa.
Attraversando un magnifico e lunghissimo tunnel di glicini, bellissimi a primavera durante la fioritura quando diventa protagonista della tradizionale “Festa del Glicine”, si scende verso l’Arno e si raggiunge il frutteto che è il terzo parco di questa struttura.
Per informazioni: www.villabardini.it
Federica Candelaresi