Faraone Seqenenra Ta’o Il coraggioso

L’Egitto è un posto magico e pieno di fascino, dove niente è certo ed immutabile, quello che è stato scoperto finora è solo una minima parte di ciò che è stato l’antico Egitto e così anche su questo faraone sono stati fatti nuovi studi che hanno portato a nuove scoperte.

Seqenenra Ta’o è stato un sovrano egizio della XVII dinastia, soprannominato il Coraggioso regnò sull’alto Egitto, sulla regione tebana per essere più precisi alla fine del periodo intermedio dell’Egitto.

Forse figlio del re Senekhtenera Ahmose e della grande sposa reale Tetisheri, la datazione del suo regno è incerta, c’è chi dice che sia asceso al trono tra il 1560 a.C. e il 1558 a.C. e che abbia regnato per pochi anni, circa tre visto che è deceduto nel 1555 a.C.

Con la sua sposa reale nonché sorella generò due figli, Kamose ultimo faraone della XVII dinastia e Ahmose che dopo una breve reggenza da parte della madre divenne faraone della XVIII dinastia e liberò definitivamente l’Egitto dalla dannazione degli Hyksos.

Secondo una tradizione letteraria del nuovo regno il Faraone Seqenenra sarebbe stato in contatto con il sovrano Hyksos Ipepi per la risoluzione di una disputa avente per oggetto la piscina degli ippopotami di Tebe.

Il sovrano del Basso Egitto sosteneva che gli ippopotami fossero così rumorosi da impedirgli di dormire nella lontana città di Avaris.

Questo racconto forse frutto di fantasia prova comunque che gli Hyksos controllavano il Basso Egitto e che pretendevano dagli altri governanti locali il pagamento di un tributo.

Tuttavia sembra che questo faraone sia stato il primo ad avere un atteggiamento diplomatico attivo contro gli occupanti asiatici, infatti vi è traccia di azioni belliche promosse da costui contro gli Hyksos e proprio in una di queste azioni il re avrebbe trovato la morte.

Gli studi realizzati sulla mummia infatti hanno rilevato la presenza di diverse lesioni sul cranio, grazie ad un’elaborazione ai raggi x della mummia è risultato che quando il faraone morì si trovava con le mani legate dietro la schiena il che proverebbe che è stato catturato e giustiziato, ma non è tutto, sono state evidenziate gravi lesioni alla testa che suggeriscono la presenza di più aggressori, infatti almeno cinque armi corrispondono alle diverse ferite presenti sulla mummia, il che fa pensare ad un’esecuzione cerimoniali.

Benedetta Giovannetti

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