Falerno, il vino di Cesare e Orazio

di Francesco Fravolini

Il vino affascinava la popolazione nell’epoca romana. Le tipologie della bevanda di Bacco amate in quel periodo storico sono molteplici e variegate. Conviene ricordare due vini che meritano una conoscenza più approfondita: il Cecubo e il Falerno. Sono un patrimonio enologico con quelle originali peculiarità da gustare sorseggiando questo vino. È utile sottolineare che proprio nell’enologia sono fondamentali le caratteristiche specifiche di una bevanda. Possiamo parlare di gusto, sapore, proprietà organolettiche che devono coniugare un misto di bontà e di unicità, in grado di conferire quella esclusiva tipicità. Gli esperti sono sempre attenti a queste sfumature che diventano l’essenza con la quale si identifica quel tipo di vino.   

Cecubo
Cominciamo con Cecubo (o Caecubum), prodotto con uve dalla varietà Cecuba e descritto da Strabone come “eccellente e sostanzioso”. La destinazione classica di questo vino era del brindisi finale nei banchetti. Il medico greco Galeno lo definisce con queste parole: “gradevolissimo, di buon tono, di forte sostanza alimentare, ottimo per l’intelligenza e per lo stomaco”. Ai tempi di Plinio viene quasi abbandonato dai viticoltori perché subisce la concorrenza dei vini di Marsiglia, che per il loro gusto affumicato conquistarono il ricco mercato di Roma.

Falerno
Prendiamo in esame il vino Falerno, prodotto nell’Ager Falernus, tra Caleno e Sinuessa in Campania, presso il Monte Massico. I termini più usati per descriverlo, soprattutto da Orazio, sono severum (cioè asciutto), ardens (focoso), fortis (forte). Era di colore giallo e migliorava con un lungo invecchiamento. A quindici anni era perfetto e diveniva come diceva Marziale, fuscus, cioè bruno. Della mitica longevità di questo vino si ha testimonianza nel Satyricon dove Trimalcione offre un Falerno di cento anni. La comparsa del sapore amaro veniva mitigata con l’aggiunta di miele attico, nel significato anche simbolico, di unire la forza latina alla dolcezza greca. Era talmente rilevante la sua importanza che veniva offerto da Cesare al popolo per celebrare i suoi trionfi militari in Gallia e Spagna. Nella Germania, fino all’800, era sinonimo del vino di maggiore qualità in Europa. Se vogliamo conoscere maggiori dettagli storici di questo vino possiamo leggere il capitolo Origine e storia del volume La vite e il vino della collana Coltura & Cultura.

Il ruolo del vino
Il vino, sin dall’antichità, è stato sempre una particolare occasione per socializzare con le persone e divulgare la conoscenza. Le sagre del vino e dell’uva trovano il loro gradimento per festeggiare la bevanda di Bacco, senza tralasciare la convivialità che consentono di promuovere mediante gli eventi collegati. Le qualità del vino evidenziano la cultura enologica, l’educazione al bere è una consuetudine da tramandare alle giovani generazioni come insegnamento educativo, la passione delle diversità delle uve fermentate è un valore aggiunto culturale da condividere. Conviene ricordare che sono numerosi i distretti economici e produttivi italiani dove il vino riveste un ruolo economico fondamentale. Le molteplici iniziative folkloristiche che variano a seconda delle regioni italiane perseguono l’obiettivo di valorizzare il legame che presente tra il turismo e il vino, consentendo di utilizzarlo come “ambasciatore” delle particolari aree e località storiche, ancora da conoscere. Ma l’azione non si limita al nostro Paese. Il vino è sicuramente uno degli elementi che caratterizzano positivamente l’immagine dell’Italia all’estero…

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